Fondamentali per i flussi migratori dell’Africa centrale nonché crocevia di scambi e commerci con l’Europa, il Mali è osservato speciale nelle ultime settimane per le forti tensioni della piazza contro il Governo, ma è con le ultime notizie in arrivo da Bamako che la situazione si fa forse irreversibile: il Presidente maliano Ibrahim Boubacar Keïta e il suo primo ministro, Boubou Cissè, sarebbero stati arrestati da diversi militari ammutinati nel tardo pomeriggio della capitale. Alle agenzie internazionali il capo della rivolta spiega «Possiamo dirvi che il presidente e il primo ministro sono sotto il nostro controllo. Li abbiamo arrestati a casa del presidente. Sono su un veicolo blindato diretti a Kati». Stando alle info in mano all’agenzia Ap, poco prima dell’annuncio pubblico alcuni mezzi militari sono stati visti in effetti circondare la residenza presidenziale con colpi in aria dei militari uditi a chilometri di distanza. «Pick-up pesantemente armati sono entrati nel campo di Soundiata-Keita e gli uomini a bordo hanno sparato in aria. C’è stata una risposta da parte dei soldati presenti che credevano in un attacco», ha raccontato in forma anonima all’Ap un ufficiale fedele al Presidente del Mali Keita. Una fonte di Jeune Afrique presso il Ministero della Sicurezza del Mali – spiega l’Ansa – rivela inoltre come i depositi di armi sono stati aperti e le armi distribuite ai soldati presenti nel campo.
GOLPE MALI: L’ATTACCO DI MACRON AI MILITARI
Il Governo del Mali ha fatto sapere in serata, con un appello diretto ai militari che si sono ammutinati, di essere disponibili al dialogo chiedendo però di ridurre la violenza: «il governo invoca la ragionevolezza per lo spirito patriottico e chiede di fermare le armi. Non esiste problema a cui non si possa trovare soluzione con il dialogo. Il governo chiede la calma e si dice pronto a un dialogo fraterno dal momento in cui questo comunicato viene diffuso per rimuovere qualsiasi incomprensione», recita la nota, ancora non chiaro se scritta dal Premier Cisse prima o dopo il presunto arresto. Le informazioni si inseguono frammentarie e conrteadditorie con il Mali che, proprio per gli scontri delle ultime settimane, ha ben pochi giornalisti internazionali al momento sul posto. Ma la situazione a Bamako è nel caos più totale: la missione Onu ha sospeso tutti i movimenti del personale a Bamako e Kati e ha convocato una riunione del gruppo di gestione delle crisi, prima di un «incontro speciale del gruppo di gestione della sicurezza», mentre l’ambasciata italiana in Mali a Dakar invita tutti a rimanere a casa in attesa di novità. Il presidente francese Emmanuel Macron – la Francia è il Paese principale fonte di scambi commerciali e geopolitici con il Mali – si è messo in contatto con i Presidenti dell’area Sahel e ha fatto sapere dall’Eliseo, condannando il golpe dei militari, «pieno sostegno agli sforzi di mediazione in corso da parte degli Stati dell’Africa occidentale».