Navigator che cercano il lavoro, percepenti che nell’attesa svolgono servizi di pubblica utilità nei Comuni e “povertà abolita”: i nuovi dati Anpal sul Reddito di Cittadinanza sembrano far calare una folta coltre di fallimento sopra la misura cardine del programma M5s, con alcune novità anche inattese nei “magri” risultati emersi dall’ultima nota periodica dell’Anpal sul RdC. È al Nord la percentuale più alta dei riceventi la misura assistenziale che non accetta-vuole il lavoro proposto dai centri di collocamento e dai navigator: su 171 mila soggetti chiamati a siglare i famosi patti per il lavoro al Nord – senza i quali non è possibile accedere al percorso d’inserimento professionale – «solo 58 mila sono stati presi in carico dai navigator, ovvero un terzo». Si sfiora il 70% per i disoccupati per chi dovrebbe ma non si reca nei centri per l’impiego pur essendo in grado di cercare lavoro e ricevendo l’assegno del Reddito di Cittadinanza: nelle regioni del centro il 39,9 per cento si è già riversati nei centri per la ricerca del lavoro, al Sud il 43,4 per cento e nelle isole addirittura il 51,4 per cento.
I DATI DELL’ANPAL E IL FALLIMENTO DEL RDC
Come ben spiega il Messaggero presentando i dati Anpal per gli scorsi mesi, «Sono circa 875 mila i sussidiati in condizione di cercare lavoro, ma finora più della metà (circa 500 mila soggetti) è riuscita a dribblare con successo i centri per l’impiego». A livello nazionale, il 43% dei beneficiari dell’assegno hanno iniziato il percorso all’interno delle politiche attive per il lavoro (circa 376 mila persone) a cui si aggiungono anche 2.600 in tirocinio attualmente: Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta sono le Regioni maggiormente critiche per la quota degli occupabili presi in carico dai Cpi, solo in 39.379 mila hanno risposto presente sui 127.583 mila totali. Il risultato molto magro ottenuto da Anpal mostra come ad un anno e mezzo dall’esordio del Reddito, non solo non si è sconfitta la povertà ma nemmeno la disoccupazione: come conclude il Messaggero, a giugno il sussidio «è costato 600 milioni di euro e di questo passo nel 2020 eroderà circa 7 miliardi di euro». Al magrissimo risultato ottenuto dal Reccito di Cittadinanza, ha inoltre pesato il lockdown e la crisi del Covid: ora però il Governo, per evitare di vedere sfumare anche i “nuovi” 7 miliardi che andranno spesi complessivamente per la misura, chiede all’Anpal di accelerare convocazioni e verifiche.