Il giorno dopo l’intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini 2020 è inevitabile che il tema dei “giovani” diventi per un giorno materia di dibattito nazionale con titoli su quasi tutti i quotidiani: ecco, sul QN il direttore Michele Brambilla compie una scelta “coraggiosa” affidando al poeta Davide Rondoni l’editoriale centrale in cui andare al fondo della questione senza perdersi nel vuoto ripetersi di slogan e valori “retorici”. «Lo aveva già fatto capire Pasolini, in quegli anni, e con lui pochi altri come don Giussani fondatore del Movimento di cui Draghi era ospite ieri al Meeting: i luoghi comuni sui giovani sono spesso costruzioni del potere», scrive il poeta e drammaturgo originario di Forlì. Nel suo speech l’ex n.1 della Bce ha spiegato come non sia possibile ripartire dopo il Covid senza tenere come stella polare proprio il futuro dei giovani: ma tra discoteche, incertezza sulla scuola e caos vacanze, in questi ultimi giorni sono proprio i giovani a divenire protagonisti di una fortissima e allargata “critica sociale” tutt’ora in corso.
IL CORAGGIO CONTRO IL TERRORE
Qui Rondoni si distanzia dal commento-medio generale e scrive sulla prima pagina del Quotidiano Nazionale: « la parte più giovane della nostra società subisce una specie di martellamento, che chiamerei di indecisione. Tale martellamento di indecisione è un atteggiamento che dura da un po’». Secondo il poeta forlivese è vero che la chiusura delle scuole e la polemica sulla movida e il distanziamento fisico crea nei giovani una serie molto seria di lacune e incertezze sui tempi di oggi, ma per Rondoni occorre fare un passo più a fondo per comprendere meglio il fenomeno tutt’altro che virtuoso: «Questa valanga di messaggi di terrore, questa narrazione della vita come paura, la esaltazione della salute come unico supremo valore e la conseguente bizzarra, a volte folle, gestione dei problemi e delle norme, sta comunicando ai nostri giovani una vita basata sul timore e sulla indecisione invece che sulla speranza». Per Davide Rondoni ai giovani viene spiegato oggi come sia meglio “pararsi” dai problemi piuttosto che il «coraggio»; è meglio la salute della vita stessa, o come diceva genialmente Enzo Jannacci decenni fa nella sua “Quelli che…” «non si può vivere una vita da malati per poi morire da sani». Conclude Rondoni, ammettendo comunque l’importanza della sicurezza e prevenzione per la salute pubblica, «un adulto che ha da comunicare a un giovane come valore solo questo e nulla per cui spendere con coraggio la propria vita è spiritualmente e quindi politicamente sterile. La crisi della politica e della società, insegna Baudelaire, viene dall’avvilimento dei cuori».