L’incontro d’apertura di ieri dal titolo “Un nuovo mondo del lavoro, nuovi modi di lavorare”, introdotto dal Presidente dell’ISTAT, il professor Blangiardo, è stato estremamente ricco di spunti. Che il Meeting di Rimini abbia chiamato il presidente dell’ISTAT come relatore mostra non solo un giudizio ma anche un metodo. Innanzitutto occorre giudicare, e per giudicare occorrono i dati, altrimenti il rischio è di avere opinioni, soprattutto in un mondo estremamente confuso come quello che stiamo vivendo adesso. I dati mostrati parlano chiaro e stiamo andando verso una rivoluzione ancora inimmaginabile fino a pochi mesi fa del mondo del lavoro. Molti i grandi Player del mondo del lavoro intervenuti: l’amministratore delegato di Randstad, l’amministratore delegato di Philip Morris, Il presidente e amministratore delegato di Nestlè e, per finire, l’amministratore delegato di Leonardo, tutti esponenti di vertice di multinazionali leader nei rispettivi settori.
Unanime la convinzione che da settembre si apriranno nuovi scenari, e che quindi occorrerà pensare in maniera diversa al lavoro. Occorre andare oltre gli investimenti sul digitale, ripensando le organizzazioni e la struttura del lavoro stesso. Interessante che Marco Ceresa, Ad di Randstad, parli di “investire sulla fiducia”. Chiaro quindi il nesso con l’incontro di due giorni fa con l’ex presidente di BCE Mario Draghi, il quale presenta un giudizio molto chiaro sulla crisi, sull’aspetto economico che stiamo vivendo e ancora di più sull’esigenza di puntare tutto sui giovani e sull’istruzione dicendo che ai giovani bisogna dare di più. Ecco, qua “la riflessione un po’ disruptive, un po’ tagliente che vorrei mettere a cavallo di questi due incontri” afferma il Prof. Luca Brambilla, Direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica, “I giovani non vogliono ricevere di più, i giovani se sono svegli se lo prenderanno il potere.”