Scontro al vetriolo tra Sara Manfuso e Daniela Martani, interpreti di quella che sta diventando sempre più una guerra tra religioni: da una parte gli “osservanti” delle precauzioni contro il coronavirus, dall’altra i cosiddetti “negazionisti”. A fornire lo spunto per lo scambio di vedute tra la compagna di Andrea Romano del Pd e l’ex pasionaria di Alitalia è stato un post pubblicato su Facebook dal giornalista Mediaset Marcello Vinonuovo: “Mi sembra abbastanza chiaro che distanziamento, mascherina e gel siano le uniche cose che ci proteggono da un virus che colpisce anche i giovani e che continua a portare in terapia intensiva gente che diversamente starebbe bene. Allora usate la mascherina e il gel, stiamo distanti quanto possibile e smettetela di rompere con questo complottismo da 4 soldi. Se volete una religione ce ne sono tante e molto più onorevoli delle vostre teorie”.
SARA MANFUSO CONTRO DANIELA MARTANI SUL CORONAVIRUS
Un commento condivisibile quello di Vinonuovo, che però non ha trovato d’accordo la Martani, che ha commentato: “E in Svezia?”, riferendosi al diverso approccio sperimentato nel Paese scandinavo. Il giornalista ha opposto una risposta diplomatica: “Non ci sono mai stato, non deve essere male lì…”. Ma è stata l’ex modella Sara Manfuso, opinionista molto richiesta in tv, ad intervenire dando via al duello: “Capisco sia inebriante andare contro la collettività – immaginando, alla Nietzsche, di essere come quegli uomini (vette) che si stagliano contro lo “spirito del proprio tempo” – ma, nel suo caso, rischia solo di andare contro il “buon senso” e il saggio “principio di precauzione”. Ricorda i carri militari a Bergamo? Suppongo di no. E se la Svezia le piace tanto….”. Un invito nemmeno troppo sottinteso a prendere armi e bagagli e a partire per altri lidi. Pronta la replica della Martani: “Ho una mente pensante leggo molto e mi informo. Per quale motivo dovrei dare credito ai medici catastrofisti e non a quelli che affermano che l’emergenza è finita, le terapie intensive sono vuote che la mortalità è pari a zero?”. La Manfuso le ha fornito la risposta: “Perché non siamo ad una partita di calcio dove una squadra (negazionisti) deve battere l’altra (osservanti). Tutti insieme dovremmo fare il tifo per il Paese. Se la polarizzazione del mondo medico, e il dibattito che ne deriva, su posizioni contrapposte ci disorienta entra in gioco il buon senso (a cui, appunto, mi richiamavo prima) che ci invita – nel rispetto dei tanti morti che ci sono stati e dei sacrifici fatti – ad adottare tutte le precauzioni, mascherina inclusa. Il “vaffa” ai dispositivi sanitari è la via più facile che tutti vorremmo praticare, ma sulla salute e sulla vita delle persone non si scherza”.