L’aumento di contagi registrati in Italia negli ultimi giorni è figlio in gran parte dei rientri dalle vacanze all’estero? A smentire una delle tesi più diffuse di quest’ultimo periodo è l’Istituto superiore di sanità con una nota pubblicata sul portale nella quale vengono evidenziati alcuni elementi della situazione coronavirus in Italia emersi negli ultimi giorni dal bollettino settimanale. Rispetto ai contagi di “rientro” dalle vacanze all’estero, i dati dicono che essi costituiscono soltanto il 27% del totale. Poco più di un contagio su 4. “Nel periodo 3-16 agosto 2020 sono stati segnalati 779 casi di infezione da virus Sars-CoV-2 in cittadini italiani di ritorno da un viaggio all’estero, che rappresentano solo il 27,2% del totale”, precisa l’ISS. Ne deriva che il virus circola ancora abbondantemente all’interno dei nostri confini nazionali. La puntualizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità è importante per analizzare il fenomeno del contagio “in tempo reale”: “A partire dalla metà di giugno, sottolinea il bollettino, è aumentato il numero di nuovi casi di infezione da virus Sars-CoV-2 importati da uno stato estero, ma la maggior parte delle nuove infezioni è stata contratta localmente”.
ISS: “ITALIANI DI RIENTRO DA ESTERO SOLO 27% NUOVI CASI”
Dal report settimanale si evince dunque che l’Italia sta attraversando una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento che sembra essere confermato dai dati di questi giorni: “Il 63,8% dei nuovi casi di Covid-19 diagnosticati tra il 3 e il 16 agosto è stato trovato grazie alla intensa attività di indagine con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti oltre che di screening”, fa sapere l’Iss. “Nel dettaglio, nel periodo considerato, il 31,5% nell’ambito di attività di contact tracing, mentre il 32,3% dei nuovi casi è stato identificato tramite attività di screening. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (31,2%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5%)”. L’Istituto Superiore di Sanità conclude: “L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui soli casi sintomatici e riferito al periodo 30 luglio – 12 agosto 2020, è pari a 0,83. Questo indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane. In questo particolare momento dell’epidemia, ricorda il documento, l’indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza”.