Attorno alla strage di Erba continua a consumarsi lo scontro tra Gianluigi Nuzzi e Antonino Monteleone. Il conduttore di Quarto Grado è tra coloro che non dubita della colpevolezza dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, mentre l’inviato de Le Iene ha realizzato un’inchiesta che la mette in dubbio. Con la pausa estiva dei programmi il botta e risposta a distanza sembrava chiuso, invece il 10 agosto Nuzzi ha scritto un articolo su La Stampa ribadendo le argomentazioni a sostegno della colpevolezza dei due coniugi. Monteleone allora ha proposto al quotidiano una replica punto per punto, che però non è stata pubblicata. Il programma di Italia 1 ha quindi deciso di pubblicare la lettera sul proprio sito. «Senza arrivare a parlare di censura, esiste un dovere, oltre che un diritto di cronaca», il commento a proposito del diniego del giornale. «La Stampa ha deciso di non pubblicarla, cosa legittima ma emblematica. Non è la prima volta che le ragioni della difesa dei coniugi non trovano spazio sui media nazionali», aggiunge il programma. Per le Iene si tratta di un atteggiamento che poteva essere comprensibile durante le indagini, ma ora ritiene «incomprensibile come qualcuno continui a dare le spalle ai fatti».
MONTELEONE VS NUZZI “OMETTE DI DIRE CHE…”
Nella lettera inviata a La Stampa in risposta a Gianluigi Nuzzi l’inviato de Le Iene Antonino Monteleone ha riproposto tutti gli aspetti che farebbero dubitare della colpevolezza di Rosa Bazzi e Olindo Romano, quelli emersi dalla sua inchiesta per il programma di Italia 1. Dalla testimonianza di Mario Frigerio, l’unico superstite alla strage di Erba, alle confessioni di Rosa Bazzi e Olindo Romano. «Secondo Nuzzi, le confessioni rese dai due sarebbero dettagliatissime e conterrebbero elementi noti solo agli assassini. Nuzzi omette di dire che TUTTE le informazioni che emergono nelle confessioni sono in realtà ricavabili dal testo del provvedimento di fermo e dalle foto della strage». E riguardo lo scontrino del McDonald’s, Antonino Monteleone ha attaccato: «Nuzzi ne parla come di una prova messa agli atti “per dar corpo a un alibi barcollante”, nel tentativo di costruirsene uno posticcio. Ma nessuno che abbia visto lo scontrino (pag. 72, relazione del RIS di Parma) lo può sostenere: accartocciato fino a renderlo quasi illeggibile viene rinvenuto, non esibito, sbandierato, come fu fatto credere all’epoca, nel processo e dai media».
MONTELEONE E “LA CATENA DI EVENTI CATASTROFICI”
Antonino Monteleone rimprovera poi a Gianluigi Nuzzi di dimenticare due questioni importanti in merito alla strage di Erba. «Il pasticcio delle intercettazioni e l’assetto societario di chi le ha lavorate, dietro incarico della Procura di Como». In merito a quest’ultimo aspetto, ricorda che c’è stata una «gravissima irregolarità», in quanto una legge vieta, a tutela del buon andamento dell’attività giudiziaria, di affidare «a una società schermata che non risponde ai criteri minimi e legali di trasparenza». La società che ha lavorato le intercettazioni su mandato diretto della procura fa capo ad una fiduciaria con sede in Svizzera. Ma l’inviato de Le Iene ha attaccato il conduttore di Quarto Grado anche per aver definito «uno sgambetto alla giustizia» la vicenda delle analisi dei nuovi reperti. «A noi invece sembra solo l’ultimo episodio di una catena di eventi catastrofici, dei quali anche il Ministro della Giustizia Bonafede cerca di venire a capo da ormai tre anni». Monteleone nella lettera inviata a La Stampa, ma non pubblicata, spiega anche di aver cercato un confronto telefonico con Gianluigi Nuzzi.
MONTELEONE E IL COLLOQUIO TELEFONICO CON NUZZI
«Gli chiedemmo se fosse disponibile a un’intervista per spiegare le ragioni di chi crede Rosa e Olindo colpevoli, non accettò», ha scritto Antonino Monteleone nella lettera inviata a La Stampa per replicare a Gianluigi Nuzzi. L’inviato de Le Iene allora ha aggiunto: «A differenza delle solide certezze di cui oggi sembra circondato, ci fece intendere che nella sua trasmissione si coltivava il dubbio. E che quindi gli risultava impossibile schierarsi». Ma per lui la strage di Erba non può trasformarsi in un «derby tra innocentisti e colpevolisti». La contrapposizione secondo Monteleone ora è solo tra chi è a conoscenza degli atti e dello svolgimento del processo e «chi si ostina a trascurarli lasciando spazio alle leggende metropolitane» sulla vicenda. A proposito del dolore dei familiari delle vittime, Monteleone ritiene che vada riconosciuto quello «di altre due vittime, condannate ingiustamente al carcere a vita».