Il quartetto dei Watt ha vinto il Festival di Castrocaro 2020. Primo posto in classifica grazie al brano inedito ‘Fiori di Hiroshima’, che gli ha permesso di scavalcare gli altri due finalisti, Daino e Neno. Non se lo aspettavamo i Watt, ma in fondo ci speravano. Tra i primi ad esibirsi con la cover di Achille Lauro, Rolls Royce, hanno fatto capire fin da subito di avere le carte in regola per piazzarsi ai vertici della classifica finale. Al termine della diretta è Stefano De Martino a spalancare loro le porte della vittoria con il verdetto: “Stiamo per annunciare il nome del vincitore…vince il quartetto dei Watt!”. “Grazie mille ai nostri giudici”, aggiunge. E’ tempo di rivedere le varie esibizioni, tra cui il video di Fiori di Hiroshima, una canzone frizzante con un testo gradevole. Vittoria meritata, nulla da obiettare. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Watt con Rolls Royce al Festival di Castrocaro
Sul palco di Castrocaro, per la finalissima del Festival, c’è il quartetto Watt con una versione reinventata di Rolls Royce di Achille Lauro. Una voce femminile (Greta Elisa) strega Bugo, che apprezza l’approccio del gruppo. Una canzone come questa gli fa venir voglia di ballare, dice: “Sono sulla strada giusta, ma ci vorrebbe ancora più grinta”. Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari svela un aneddoto di Sanremo: “Sentivo Achille cantare questa canzone in camerino. Anche i ragazzi mi hanno trasmesso tanto… c’è il batterista che è forte. Ma devo dire bravi a tutti”. Maria Antonietta, cantautrice regina dell’indie e scrittrice, gli riconosce una certa spavalderia e spende parole al miele per il quartetto, soprattutto per Greta Elisa. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Watt protagonisti della finale di Castrocaro
Il Festival di Castrocaro va in onda con la finale di oggi, 27 agosto 2020 (diretta su Rai 2 e Rai Radio 2), con la presenza anche dei Watt, una band di giovani talenti agguerriti e pronti a dire la loro portando una canzone dal titolo ‘Fiori da Hiroshima‘, puntando, rispetto a quasi tutti gli altri colleghi, al brano inedito, non ancora presente in streaming, nemmeno con samplers. Quindi attorno al quartetto milanese è calato un velo di mistero e curiosità; sarà l’arma vincente o meno lo scopriremo solamente la notte del 27 agosto, ognuno ha la sua tattica, il proprio personale modo di affrontare la competizione. Chi sono i Watt? È una quartetto di giovani musicisti che si incontra a Milano e nel capoluogo meneghino decidono di condividere un percorso che è già ricco di esperienze, proponendo un pop indie, leggermente elettro-pop, in grado di essere suadente e accattivante.
Watt: chi sono Greta Elisa, Matteo e i due Luca
I quattro ragazzi che formano i Watt rispondono al nome di Greta Elisa e Matteo Ravelli Rampoldi, fratello e sorella, Luca Corbani e Luca Vitariello, un ensamble nel quale l’elettronica si sposa in modalità ‘dreamy’ con le voci femminili. Per chi volesse, già da ora, avvicinare i Watt il canale Youtube della band, per quanto giovani ai quattro piace cimentarsi con la videoarte e proporre clip sonori ai propri followers. Tra gli otto finalisti potrebbero essere la grande sorpresa: ciò va al di là del risultato finale, considerando che Greta Elisa è la più piccina di tutti i musicisti a concorso, appena 15 anni, ma il sapore di mela acerba non si avverte, anzi, è lodevole lo sforzo di puntare ad una vocalità matura e imprevedibile per certi aspetti. Durante il periodo di lockdown i quattro si sono letteralmente chiusi a riccio: nessuna intervista, poca vita social per ciò che riguarda le ambizioni artistiche, anche le presenze dal vivo in queste settimane di riapertura sono quasi inesistenti.
Per questo motivo li possiamo definire ‘la scatola a sorpresa’ della 63esima edizione del Festival di Castrocaro. Potremmo considerare front leader della band il chitarrista Luca Vitariello, per quanto anche per questo membro ‘anziano’ dei Watt non si manifesti una tendenza social e presenzialista sul web, il mood del quartetto è quello di lavorare in disparte, lontani dalla ribalta, pronti alla sfida ma non mediatica. Sarà la sorpresa del festival? A loro modo i Watt hanno già vinto un premio: quello della fusione di elementi con caratteristiche tra loro diverse, un’esperienza artistica che, costruita senza troppo clamore, ha cercato solide fondamenta per una carriera, lo auguriamo ai ragazzi, lunga e ricca di soddisfazioni.