Nonostante le scuse arrivate nelle scorse ore, Paolo Berizzi continua ad essere al centro delle polemiche. Le parole del giornalista di Repubblica sul nubifragio registrato a Verona hanno sollevato una ridda di polemiche e anche l’amministrazione Sboarina è passata all’attacco. L’assessore alla Sicurezza Daniele Polato ha replicato per le rime con un post pubblicato su Facebook: «Guardatelo qua, il cosiddetto giornalista. Berizzi ora ritratta, balbetta, precisa, si scusa. Coda di paglia! Ridicolo. Poi definisce chi lo ha criticato per le sue vergognose frasi di stamattina “odiatore seriale”. Un uomo che non conosce vergogna. Domani, come amministratore di Verona, presento querela ed esposto all’Ordine dei Giornalisti». Anche esponenti dei partiti di opposizione hanno preso le distanze dall’attacco choc del cronista del noto quotidiano capitolino. E le polemiche potrebbero non finire qui… (Aggiornamento di MB)
DOPO L’ATTACCO, PAOLO BERIZZI SI SCUSA
Non si placano le polemiche per le dichiarazioni choc del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi sul nubifragio di Verona. Diversi esponenti politici hanno messo nel mirino il cronista per il giudizio oltraggioso sulla città veneta, colpita da un evento naturale che ha causato danni ingenti, e da casa Lega arriva la stroncatura di Alessandro Morelli: «Ci mancava il genio del giornalista di Repubblica, fuori dalla storia e pure di testa». Nel mirino del popolo del web, Berizzi ha fatto retromarcia ed ha chiesto scusa in un altro tweet: «Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei veronesi, a differenza di una piccola minoranza di odiatori seriali ben noti in città, abbia capito il senso del mio messaggio. Ribadisco la mia piena, totale e incondizionata solidarietà a tutti – tutti – i cittadini di Verona colpiti dal nubifragio di ieri. Se qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso». (Aggiornamento di MB)
PAOLO BERIZZI (REPUBBLICA) CHOC SUL NUBIFRAGIO DI VERONA
Ha fatto il giro del web, creando non poca indignazione, il tweet del collega di Repubblica, Paolo Berizzi. Nel commentare il recente nubifragio che si è abbattuto sul Veneto ed in particolare sulla provincia di Verona nelle scorse ore, ha scritto: “Sono vicino a Verona e ai veronesi per il nubifragio che ha messo in ginocchio la città. I loro concittadini nazifascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie a stranieri, negri, gay, ebrei, terroni, riflettano sul significato del karma”. Chiaro il riferimento di Berizzi alle frange di estrema destra veronesi, che hanno costretto lo stesso giornalista a vivere sotto scorta dopo le minacce ricevute, fatto sta che il suo tweet ha fatto storcere il naso ai più, a cominciare dalla leader di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha infatti rilanciato le parole di Berizzi per poi commentare: “Ed ecco a voi la ‘solidarietà’ di un inviato di Repubblica nei confronti dei cittadini veneti – scrive Meloni, rilanciando il tweet di Berizzi -. Solo io reputo gravissimo e inaccettabile che un giornalista si esprima con simili termini nei confronti di una comunità colpita da una calamità? Ma un briciolo di vergogna no?!”.
PAOLO BERIZZI, TWEET VELENOSO SU VERONA: NUMEROSI INDIGNATI
Così invece Giorgio La Porta, altro giornalista già portavoce presso la presidenza della Camera APA al Parlamento Europeo, che usa pochi giorni di parole: “Chi comprerà di nuovo #Repubblica sottoscriverà e sarà complice delle parole vergognose di #Berizzi sul #karma e su #Verona – scrive il collega sempre su Twitter – spero le edicole si rifiutino di distribuirlo e voi di pagargli lo stipendio. A sinistra tutti zitti? Niente da dire o avete finito i giga? #24agosto”. Non sono mancati poi i commenti dei semplici naviganti del web, che hanno replicato alle parole di Berizzi così: “Una vaccata peggiore non la potevi scrivere te lo dico da convinta elettrice di sinistra. Ti dovresti profondamente vergognare. Solidarietà ai cittadini veronesi”, e ancora: “Questo è proprio un brutto tweet. E non c’entrano parti politiche, è brutto comunque. Spero che ci rifletterà”, più altri decisamente poco pubblicabili.