Essere pagati per non fare nulla è praticamente il sogno di tutti, ma da oggi non sarà più un sogno. L’università tedesca di Amburgo ha infatti deciso di mettere a disposizione tre borse di studio del valore ciascuna di 1.600 euro, proprio per oziare, non fare nulla da mattina a sera. La notizia è rilanciata nelle ultime ore da diversi quotidiani online, a cominciare da Il Messaggero e da TgCom24, e riguarda di preciso l’ateneo anseatico delle Belle Arti. L’idea alla base di questo progetto sociologico sta nel fatto che si parla spesso e volentieri di sostenibilità ma nel contempo si cerca di rincorrere il successo a tutti i costi. Chi volesse provare a partecipare a questo progetto senza dubbio interessante, potrà presentare la propria candidatura fino al 15 settembre, e tutti coloro che vorranno partecipare dovranno rispondere a quattro domande precise. La prima è “cosa non vuoi fare?”, quindi, elencare tutto ciò che una persona non vorrebbe fare durante la propria vita. La seconda domanda è “per quanto tempo non vuoi farlo?”. La terza domanda è invece “Perché è importante non fare questa cosa in particolare?”, e infine l’ultima domanda, forse la più complicata “Perché sei la persona giusta per non farlo?”.
1600 EURO PER OZIARE ALL’UNIVERSITÀ DI AMBURGO: L’IDEA DI VON BORRIES
Una volta che gli studenti verranno selezionati questi dovranno essere in grado di oziare da mattina a sera, di non fare nulla per un tempo che non viene stabilito in precedenza (quindi non è ben chiaro quanto durerà il periodo di ozio), ma senza che il benessere del proprio corpo non venga meno, dal sonno al cibo, dall’acqua all’igiene. A completamento del progetto, il fatto che tutte le candidature verranno coinvogliate in una mostra strutturata poi attorno alla domanda: “Cosa posso evitare per far sì che la mia vita abbia meno conseguenze negative sulla vita degli altri?”. Ad immaginare questa iniziativa è stato l’architetto Friedrich Von Borries, che parlando al tabloid britannico The Guardian, ha spiegato: «Non fare nulla non è molto facile». E ancora, si tratta di un «esperimento con intenzioni serie: come si può trasformare una società strutturata su risultati e realizzazioni?».