Anche Niccolò Dainelli, noto come Daino, scala posizioni con il brano inedito ‘Mio Dio’. Il cantante fa breccia nel cuore di Riccardo Zanotti, voce dei Pinguini Tattici Nucelari, stasera ospite in veste di giurato. “Complimenti per il clarinetto e bravissima tutta la band”, dice. Taketo Gohara, produttore artistico e mago dei suoni, fa un commento più ampio, strizzando l’occhio al Festival di Castrocaro: “E’ musica suonata, è un Festival unico nel suo genere”. Niccolò Dainelli intanto racconta come è nato il pezzo, ma soprattutto dove: “Ero in cameretta a registrare questo pezzo”. Prima di congedarsi, arriva il paragone eccellenti di Riccardo Zanotti che tra il serio e il faceto lo paragona a Bukowski: “Questo pezzo mi piace tantissimo e non sto scherzando… c’è dentro di tutto, anche Bukowski”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Niccolò Dainelli stende la giuria
Niccolò Dainelli noto come Daino fa il pieno di consensi nella finale del Festival di Castrocaro 2020, riscuotendo complimenti e consensi dalla giuria, in particolar modo da Bugo e da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. La finalissima entra nel vivo e Niccolò Dainelli Daino è al momento in seconda posizione in classifica, dietro al quartetto Watt. La gara è ancora lunga, visto che fino ad ora i concorrenti si sono esibiti con le cover e la prima tornata di esibizioni deve completarsi. Niccolò Dainelli ha dato tutto, ascolta con attenzione i suggerimenti degli insegnanti per crescere. L’umiltà di certo, non sembra mancargli. E i giurati lo hanno notato. Non è poco, la classifica sembra premiarlo… (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Niccolo’ Dainelli Daino punta in alto
Niccolò Dainelli, noto come Daino, è tra gli otto finalisti del Festival di Castrocaro 2020. Il musicista milanese è non figlio, ma ‘fratello d’arte’, in quanto in famiglia, il fratello maggiore Lorenzo ha frequentato come Niccolò il Conservatorio di Milano ed oggi ha già all’attivo diverse importanti performance anche in orchestra con Ennio Morricone alla direzione. Cosa succederà a Niccolò non è prevedibile da ora però questo giovane talento già riesce ad esprimersi musicalmente nel suo particolare ed intimista mix di clarinetto e chitarra, generando un piccolo universo cantautoriale sospeso tra la canzone d’autore e il jazz minimale.
La musica di Daino è immediata e catchy, orecchiabile, pur non perdendo mai la sua vocazione ad un pop colto, elaborato, frutto dei suoi studi accademici in ambito musicale dove il clarinetto è protagonista e la chitarra supporto nella creazione delle sue ballate musicali. Daino ha creato il suo mondo sonoro lontano dai riflettori, il Festival di Castrocaro sarà la sua prima vera opportunità di poter esistere un un mainstream allargato rispetto al suo universo acustico che si compone nella sua cameretta e si espone attraverso soprattutto i social, incontrando lì i suoi primi estimatori. Da quella cameretta nascono le emozioni sonore di Niccolò Dainelli ed in quella camera sono nate le sei canzoni che compongono il suo Ep d’esordio, sei piccoli scrigni emozionali per i quali Daino, ora definitivamente e per tutti Daino, ha scelto la lingua italiana piuttosto che l’inglese, una scelta difficile ma non impossibile. Ne consegue che l’Ep, dal titolo ‘Fragola di bosco’ sia l’espressione gentile di un ragazzo che si chiama a distanza dai fenomeni invasivi e protagonisti come la trap o altri generi mainstream.
Daino, come arriva all’evento?
Daino per la sua carriera ha scelto una modalità silenziosa, poco appariscente, cercando di affermare più la sua musica, scegliendo di non lasciarsi coinvolgere nel pop social, che urla, richiedendo ogni giorno protagonismi e trasgressioni di facciata. Daino preferisce imporsi in quanto artista e ciò è ben evidente seguendolo nel suo percorso, concreto per quanto poetico. I titoli del suo Ep ‘Fragola di bosco’ sono l’espressione sincera della sua sfera intimista: ‘Silvana’, ‘Ponente’, ‘Fragola di bosco’, ‘Tu e la Luna’, ‘Il mare dov’è’, hanno il sapore delle cose semplici, quelle che ancora appartengono ai sognatori, ai cantautori romantici, profondi, ai contemplatori del mondo che non amano gli strilli preferendo i sussurri. Daino arriverà al Festival di Castrocaro senza un vero e proprio portfolio composto da concerti, avvenimenti social esclusivi e rilevanti, schiamazzi da giornalismo mainstream: Daino giungerà alla competizione proponendo un volto ancora delicato e semplice nello scrivere musica oggi, il suo palcoscenico sino ad oggi è stata la sua camerette, nelle ultime settimane la strada dove ha concesso minute performance a passanti incuriositi. Ora è giunto il tempo di mettersi in gioco, di porgere il volto lunare della musica d’altri tempi, tempi nei quali le parole sono piccole didascalie di vite da vivere.