Nel giorno in cui vengono consegnati “simbolicamente” ad Alzano, Nembro e Codogno i primi banchi “monoposto”, il mondo della scuola vive ore di tensione dove si assiste all’ennesimo slittamento di una decisione a 360° che ancora – a meno di tre settimane dall’inizio delle elezioni – non arriva. Lunedì 31 agosto è prevista una nuova Conferenza Stato-Regioni Unificata (presenti anche Enti Locali, Cts, Ministri Boccia, Azzolina e De Micheli) sul tema più “caldo”, ovvero le linee guida condivise sulla sicurezza sanitaria nel trasporto pubblico locale. Oggi il rapporto Iss sui contagi a scuola è stato approvato all’unanimità e questo sarà il punto di partenza per provare ad approdare alla battaglia più importante e dall’esito tutt’altro che scontato visto l’impasse di cui vive il Governo contro le richieste insistenti delle Regioni. «Riaprire le scuole in sicurezza è la priorità di tutto il Paese. Abbiamo appena approvato all’unanimità in conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni il documento con le indicazioni operative per la gestione dei casi e dei focolai di Covid nelle scuole e nei servizi per educativi per l’infanzia. Nei prossimi giorni serviranno ancora tanto lavoro e condivisione. Non polemiche e divisioni», scrive su Facebook il Ministro della Salute Roberto Speranza. Gli fa eco il collega degli Affari Regionali Boccia nel punto stampa da Taranto dopo la Conferenza Stato-Regioni «Penso che questa approvazione unanime garantisca meccanismi di prevenzione condivisi in tutto il Paese ed eviti frammentazioni e disomogeneità, assicurando sicurezza nei plessi scolastici».
APPROVATO RAPPORTO ISS SU CONTAGI SCUOLA
La Conferenza Stato-Regioni-Enti locali Unificata ha approvato questa mattina all’unanimità il documento elaborato dall’Iss sulla gestione dei casi di contagio da Covid-19 nel mondo scuola: alla seduta hanno partecipato i ministri Speranza e Azzolina, il capo della protezione civile Borrelli e il presidente dell’Iss Brusaferro ma anche il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, dell’Anci Decaro, dell’Upi De Pascale e tra i presidenti delle Regioni vi erano Toma, Bardi e Fontana. Ma è il nodo trasporti che al momento non è stato risolto in alcun modo, con la Conferenza che dovrà riaggiornarsi forse già in giornata per dirimere tutti i risvolti pratici di una ripresa da 8 milioni di studenti con però le regole Cts del distanziamento sui mezzi pubblici: «Non è possibile decidere nulla sugli orari dello scaglionamento se non ci sono indicazione precise dalle singole aree geografiche», spiega il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a OpenOnline, «C’è bisogno da una parte che le società, possedute dagli enti locali, ci dicano che tipo di capacità hanno; dall’altra che le Regioni, spesso co-proprietarie delle società, coordinino la nuova organizzazione». In sintesi, le Regioni farebbero fronte comune sul No allo scaglionamento degli ingressi nelle scuole perché rischierebbe, secondo la loro versione, di mettere nel caos sia le città, che i trasporti che anche l’organizzazione familiare. La proposta delle Regioni è l’ingresso con distanza di 1 metro tra i ragazzi, al momento non presa in considerazione dal Cts e dal Miur (che infatti hanno imposto, per il momento, la misurazione della febbre a casa per evitare assembramenti e problemi logistici all’ingresso). Nulla è stato risolto, con il problema della capienza dei trasporti che resta ancora il nodo dei nodi con lo scontro permanente tra Governatori e Ministri.
IL PROBLEMA TRASPORTI
Mentre sembra scontata la ratifica del Rapporto Iss sulla riapertura della scuola, tutt’altro dall’esito prevedibile la disputa che la Conferenza Stato-Regioni dovrà tenere tra pochi minuti in videoconferenza in merito al nodo trasporti: secondo Andrea Gibelli, Presidente del Gruppo Fnm e Astra (l’associazione nazionale del trasporto pubblico locale) con le attuali regole del Cts «il 30% degli studenti non potrebbe andare a scuola». Lo ha detto nell’intervista in esclusiva oggi sul Sussidiario.net, ribadendo la problematica di fondo: «Siamo all’ultimo momento, dobbiamo fare con quello che abbiamo. Comprare nuovi mezzi ora è tecnicamente impossibile, anche in deroga alle normative», per questo motivo Gibelli pensa a possibili deroghe che potrebbero arrivare dal Cts sulla presenza a meno di 1 metro di distanza anche per più di 15 minuti consecutivi, «Qualsiasi deroga è vista positivamente. Diversificare l’orario di ingresso in classe è una soluzione, ma non basta. Servirà un uso maggiore dello smartworking non solo per gli studenti, ma anche per gli altri lavoratori. Altrimenti molti resteranno a piedi». Ancora più pessimista il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, tra le voci più critiche contro il Governo per la riapertura delle scuole: «Da qui a una, due settimane saremo chiamati a prendere decisioni importanti. Pensate all’apertura dell’anno scolastico: nelle condizioni attuali non è possibile aprire», ha spiegato ieri sera a Salerno nell’incontro sulla legge regionale dello psicologo di base, «Non so quello che saranno in grado di fare nelle prossime due settimane ma avremo scelte complicate da fare».
OGGI LA CONFERENZA STATO-REGIONI
I contagi aumentano secondo l’ultimo monitoragigo Iss e per questo, spiegano gli esperti del Cts, bisognerà fare molta attenzione nella riapertura della scuola: si appresta dunque molto “calda” la Conferenza Stato-Regioni Unificata delle ore 10 di questa mattina (in videoconferenza dalla Prefettura di Taranto), formalmente convocata per ratificare l’ok arrivato già ieri dalla Conferenza Regioni sul rapporto Iss-Covid “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. In realtà, il vero tema che verrà dibattuto tra Governo, enti locali (Comuni e Regioni) ed esperti riguarda i trasporti da un lato e le mascherine (con distanziamento nelle classi) dall’altro, con regole ancora non chiare su quanto/come gli studenti dovranno indossarle. Ieri il via libera delle Regioni al Rapporto Iss sulle regole da mantenere per la riapertura della scuola non ha però cancellato lo scontro che rimane molto aperto tra diversi Governatori (Liguria, Veneto, Lombardia ma anche Emilia Romagna, Marche, Campania) e il Governo centrale sulla mancanza di una chiara normativa sui trasporti locali che, ad oggi, non garantirebbero il regolare svolgimento dei servizi per trasportare tutti gli studenti presso le scuole. «Aspetto dal Governo non soldi, ma bus, vagoni di metro e ferroviari, perché anche se ci sono i soldi vorrei capire chi riuscirà a raddoppiare la flotta bus di Genova, Milano e Roma entro il 14 settembre. Siamo in un Paese dove normalmente per comprare un autobus ci vogliono due anni», attacca il Governatore della Liguria Giovanni Toti, in attesa che il parere Cts possa eventualmente derogare ad alcune norme sul distanziamento. Il Premier Giuseppe Conte, commissariando la riapertura della scuola con una cabina di regia a Palazzo Chigi, ha fatto intendere di puntare tutto sulla ripresa scolastica dopo 6 mesi di inattività forzata e dopo il mare di polemiche ancora per questi ultimi giorni.
RIPRESA SCUOLA: IL PARERE DEL CTS
«Il nostro obiettivo è aiutare il sistema scolastico ad aprire in sicurezza, ancora più importante è aiutare il sistema a mantenere aperta la scuola in sicurezza», ha detto ieri in audizione alla Camera il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, provando a rispondere ai diversi nodi tutt’ora irrisolti nella diatriba tra Regioni e Governo centrale. Nel tavolo della Conferenza Unificata di oggi si proverà a trovare una quadra su trasporti degli studenti, ma non sarà facile e già il Governatore della Campania De Luca ‘minaccia’ di non riaprire le scuole con queste norme al momento imposte sul distanziamento e sulle varie misure all’ingresso e dentro le classi. «C’è grande incertezza della comunicazione scientifica, non ci sono certezze, non c’è uniformità non solo in Europa ma in tutto il mondo: non c’è un Paese che faccia quello che fa il paese limitrofo. Questo genera problemi: siamo chiamati a dare indicazioni, ed è frustrante sapere che noi stessi non siamo in grado di dare certezze granitiche a chi deve pianificare», ha ammesso ieri Miozzo confermando però come tra due settimane si potrà vedere come sarà l’andamento dell’epidemia. «Se schizza verso l’alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese ma siamo convinti questo non succederà; ci saranno se necessari dei lockdown locali, quello totale è memoria del passato, non dovremo più immaginarlo», chiosa Miozzo. Entrando nello specifico del tema trasporti, il Coordinatore Cts ha ribadito «abbiamo dato alcune indicazioni che stiamo formalizzando: necessità di aumentare il numero corse, riorganizzazione degli orari di ingressi e uscite per dilazionare gli orari di punta, disinfettanti a bordo dei mezzi di trasporto, sollecitazione all’uso della app Immuni».