Sant’Alfredo il Grande è ricordato anche dalla Chiesa romana il 26 ottobre per la sua particolare collocazione geografica, e per i motivi legati alla sua Santità tipicamente locale, anche se nel nostro paese, al contrario dei tributi a lui attribuiti come Patrono e Protettore di diverse comunità inglesi, non incontriamo celebrazioni particolari o feste a lui dedicate. Nello stesso giorno celebriamo e ricordiamo anche altri Beati: San Folco Scotti, Vescovo; Sant’Antonio di Angouleme, Vescovo; Santi Luciano e Marciano, Martiri.
San Alfredo il grande, la vita del Beato
Poco prima dell’anno Mille, nel IX secolo, visse re Alfredo detto ‘Il grande’, fratello e successore di re Ethelred durante l’invasione degli Scandinavi nel Regno d’Inghilterra, anzi, per essere più precisi, per la storia britannica fu proprio Re Alfredo il fondatore d’Inghilterra. Monarca vincitore per il suo popolo, Re Afredo, in seguito santificato con il nome di Sant’Alfredo il Grande, non fu riconosciuto per secoli santo all’interno della Chiesa Romana, ma il suo culto si diffuse in tutta Europa ed oggi si celebra questo santo anche in Italia, per quanto la sua epopea è soprattutto nordica. Durante la sua monarchia, Re Alfredo sconfisse i Danesi ad Ethandun, ma non solo: il suo essere clemente non impose una sconfitta indecorosa ma offrì al Re di Danimarca, Guthorm, la possibilità di convertirsi dal paganesimo odinista al Cristianesimo, professione che era guida e forte credo per il monarca Inglese. Dobbiamo quindi a Sant’Alfredo il Grande la conversione ‘vichinga’ di gran parte di quelle terre, una conversione che lentamente, dalla Danimarca, si espanse sino alla Svezia, Norvegia, etc.
Il merito di Re Alfredo fu quello e la sua Fede si consolidò durante un viaggio in Francia assieme al padre, lasciandosi condurre per mano dai Carolingi e di assimilare quindi la Parole di Cristo come ispirazione di governo. Per questi motivi, dopo la successione e la sua presa della Corona, Alfredo si dedicò appassionatamente alla riforma dei monasteri, alla cura della diffusione e della tutela dei frati come portatori della Parola di Dio. Anche il suo legiferare aveva forti componenti Cristiane e diverse leggi promulgate da Re Alfredo furono ispirate dal Vecchio testamento, quindi un re che cercava soprattutto la giustizia sociale. Per aiutare i frati locali a studiare al meglio la dottrina Cristiana, Re Alfredo fece tradurre nell’idioma parlato nel suo Regno, grandi classici in voga nella Roma del Papa come ‘la Regola pastorale e i Dialoghi di Gregorio Magno’ oppure ‘Le Confessioni di S. Agostino’ o ‘La storia di Orosio e di Beda’. Chiese anche la composizione di un libro suo e personale, un libro di preghiere che s’ispirava fortemente ai Salmi del Salterio, libro che lo accompagnava e gli ricordava di essere monarca forte e giusto con tutti in ogni passo della sua vita politica e sociale.
La sua società prevedeva la divisione in tre classi, una divisione che ancora oggi è largamente accettata: la divisione in soggetti dediti al lavoro e all’economia, una seconda divisione che prevedeva uomini dediti alla Religione e alla cura dell’Anima, una terza divisione che prevedeva gli uomini votati alla carriera militare. La morte di Sant’Alfredo, Re e fondatore della Chiesa e della monarchia Anglosassone, avvenne il 26 ottobre dell’anno 899 a Wantage, non lontano da Winchester, nell’Hampshire, contea meridionale del Regno Unito.