Paura a Tripoli, in Libia, dove un kamikaze si è fatto esplodere. L’evento, riportato dai principali media, a cominciare dall’agenzia Adnkronos, è avvenuto nella mattinata di oggi, martedì 1 settembre, vicino ad una pattuglia di sicurezza dislocata nella zona a ovest della capitale. Fortunatamente l’attentatore suicida non ha causato alcuna vittima, come riferito da una fonte locale, ma sono comunque in corso tutte le opportune verifiche. Ricordiamo che in Libia, proprio nella capitale, vi è attualmente il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che è ovviamente illeso anche se probabilmente sarà rimasto scosso dalla notizia. Secondo quanto riferito da un funzionario del comune di Gandour, a ovest di Tripoli, l’attentatore suicida era a bordo di una motocicletta, e nei pressi di Garian, l’ingresso orientale della città, si è fatto saltare in area. Qualcosa deve essere andato fortunatamente storto visto che l’esplosione sarebbe avvenuta con qualche secondo di anticipo rispetto all’obiettivo: «il kamikaze si è fatto saltare in aria prima di arrivare alla pattuglia», le parole della fonte, rimasta anonima, che ha aggiunto che «la strada non era affollata di pedoni perché era troppo presto».
TRIPOLI, KAMIKAZE SI FA ESPLODERE: GIA’ SCATTATE LE INDAGINI
Immediato l’intervento dei servizi di sicurezza che hanno isolato il luogo incriminato e chiuso la strada anche per facilitare le indagini scattate pressochè in tempo zero. Fino ad ora nessuno ha comunque rivendicato l’attentato. La zona in cui è avvenuta l’esplosione è ricca di organizzazioni internazionali, in quanto è sede del quartier generale della missione delle Nazioni unite in Libia, nonché residenza del ministro degli interni e del capo del Consiglio supremo di stato. Tornando a Di Maio, il titolare della Farnesina è atterrato stamattina alle ore 9:55, ora locale, in quel di Tripoli, e nella giornata odierna incontrerà Fayex al-Sarraj, capo del governo di accordo nazionale, nonché il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, il presidente della compagnia petrolifera nazionale (la Noc), Mustafa Sanalla, e infine, il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al-Meshri. Obiettivo, l’ennesimo incontro per mediare la pace fra le due fazioni presiedute da Al-Sarraj e dal generale Haftar, ex fedelissimo di Gheddafi.