Ne avevamo parlato qualche giorno fa, delle due suore rapite insieme ad altre sessanta persone che si trovavano nel loro convento in Mozambico, da ribelli jihadisti. Di loro non si sapeva nulla da circa un mese, anche perché la zona era impenetrabile in quanto completamente occupata dagli islamsti. Adesso arriva il messaggio del vescovo di Pemba, monsignor Luiz Fernando Lisboa. “Le nostre sorelle Ines e Eliane, della Congregazione di San Giuseppe di Chambéry, che lavorano nella parrocchia di Mocímboa da Praia, scomparse da ventiquattro giorni, sono di nuovo tra noi, sane e salve“, comunica il presule. “Insieme, innalziamo un canto di ringraziamento a Dio e continuiamo a pregare per tutti coloro che sono ancora dispersi, sfollati e che soffrono le conseguenze della violenza e della guerra”. Non viene spiegato come e due suore siano state liberate, né la sorte delle 60 persone rapite con loro.
LA GUERRA DEL MOZAMBICO
Nel Mozambico del nord, come in tanti altri paesi africani, è in corso una offensiva di gruppi jihadisti che vogliono sovvertire l’ordine e rendere i loro paesi dei califfati simili allo stato islamico che era stato imposto in Siria e in Iraq. Per l’occasione il vescovo ha ricordato la visita in Mozambico di papa Francesco de settembre 2019: “Riaffermiamo il suo messaggio di speranza, pace e riconciliazione – dice il presule – Ringraziamo di cuore tutte le persone che ci accompagnano nelle nostre tribolazioni con le loro preghiere e la loro solidarietà. Questo ci conforta e mostra il volto di un Dio misericordioso”. Il vescovo di Pemba conclude il suo comunicato, chiedendo la benedizione di Dio per Cabo Delgado, zona del Mozambico dove da diversi anni si verificano attacchi e violenze contro la popolazione, affinché venga concesso il dono di una vera pace “di cui abbiamo tanto bisogno!”. Lo scorso aprile ben 52 giovani che si erano rifiutati di arruolarsi nelle milizie musulmane erano stati massacrati a Cabo Delgrado, estremo settentrione del Mozambico, 2.700km a nord della capitale, Maputo. Il Mozambico perde 30 milioni di dollari all’anno a causa del contrabbando rubini, avorio e legname pregiato organizzato dai terroristi.