Emergono i dettagli degli accertamenti eseguiti ieri e legati al giallo di Caronia. Nuove tracce sono emerse sull’auto di Viviana Parisi dopo l’esame con il luminol. Uno degli operatori che ha preso parte agli accertamenti, ai microfoni de La Vita in Diretta ha commentato: “l’esame con il luminol è durato 20 minuti, non sono state trovate tracce ematiche ma la polizia darà un riscontro più certo”. Le impronte del piccolo Gioele rinvenute sul parabrezza potrebbero dirci che il piccolo sarebbe stato scaraventato durante l’incidente in auto? “Potrebbe essere stato proiettato sul parabrezza, si tratta di impronte piccole attribuibili al bambino ma occorre esame del Dna per una maggiore sicurezza”, ha spiegato l’inviata del programma di Rai1. Intanto, questa sera sarà eseguito un ulteriore esame col luminol nella zona dove sono stati ritrovati Gioele e Viviana. A tutti gli accertamenti ha sempre preso parte Daniele Mondello, padre e marito delle due vittime. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VIVIANA PARISI, IMPRONTE GIOELE SU PARABREZZA AUTO
La polizia scientifica ha trovato tre impronte delle manine di Gioele sul parabrezza dell’Opel Corsa guidata dalla mamma Viviana Parisi. Un nuovo particolare del giallo di Caronia che riapre la pista dell’incidente. Le impronte sono state trovate grazie al luminol nel corso dell’esame irripetibile chiesto dalla famiglia Mondello, che si è svolto ieri sera a Brolo. I segni delle manine del bambino sul parabrezza farebbero ipotizzare un estremo tentativo del bambino di proteggersi dall’urto col vetro. Non essendo legato al seggiolino, nell’impatto potrebbe essere stato scagliato contro il parabrezza, sbattendo la testa. La scoperta, quindi, secondo il Corriere della Sera, potrebbe avvalorare l’ipotesi del trauma cranico e della disperazione della madre che, quindi, potrebbe aver deciso di scappare per poi abbandonarlo nel bosco, privo di vita, prima di suicidarsi, forse per il senso di colpa. Ma all’interno del veicolo non sono state trovate tracce ematiche, mentre la crepa nel parabrezza era precedente all’impatto. Antecedenti potrebbero essere anche le stesse impronte. E va tenuta in considerazione anche la testimonianza degli imprenditori che hanno assistito all’incidente: hanno riferito di aver visto il bambino con gli occhi aperti, senza segni che facessero pensare ad un trauma subito nell’incidente. Decisiva potrebbe essere l’autopsia sulla scatola cranica, in corso in questi giorni al Policlinico di Messina. (agg. di Silvana Palazzo)
VIVIANA PARISI E GIOELE: NUOVI ESAMI
Giornata importante, oggi, in merito al caso di Caronia: i periti sono al lavoro nella zona della cunetta dove sarebbe scesa Viviana Parisi dopo l’incidente, insieme al figlioletto Gioele. In questo momento, come spiega l’inviata della trasmissione La Vita in Diretta, si stanno svolgendo esami autoptici supplementari per capire se c’è stata una commozione cerebrale a carico del piccolo Gioele, tale da provocarne la morte proprio durante l’incidente. Tra le altre novità emerse nel corso della giornata anche una relativa al furgone contro il quale Viviana avrebbe impattato con la sua auto e che non sarebbe un mezzo della manutenzione autostradale come finora emerso bensì un furgone di una ditta privata. A Brolo, invece, ci sarà un altro esame importante sull’auto dell’incidente appartenente alla donna, per verificare se ci siano tracce ematiche con il luminol, dal momento che questo esame non era ancora stato fatto. Sono tornate anche le unità cinofile forse per via di qualche altro reperto che ha attirato l’attenzione degli esperti. Si tratterebbe, secondo le indiscrezioni di reperti organici sui quali domani si svolgerà una ulteriore indagine. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CASO A CHI L’HA VISTO
Il caso di Viviana Parisi e del piccolo Gioele Mondello ha prima tenuto l’Italia col fiato sospeso per giorni, poi l’ha sconvolta. Se ne parla anche a Chi l’ha visto?, il programma di Rai Tre che torna oggi dopo la pausa estiva e tenta di rispondere ai tanti quesiti che ancora caratterizzano la vicenda della mamma deejay e del suo bambino. Tutto ha inizio il 3 agosto: la donna, 43 anni, esce da casa sua a Venetico, piccolo centro vicino a Messina, insieme al figlio di 4 anni. Il marito, Daniele Mondello, in quel momento si trova al lavoro: a lui Viviana ha detto di voler andare nella vicina Milazzo in un centro commerciale per comprare le scarpe a Gioele. Sembra una giornata come le altre: prima di uscire, Viviana prepara il sugo al pomodoro per il pranzo, ma lascia il telefono a casa. L’inizio dell’incubo viene da molti individuato nell’incidente che coinvolge l’Opel Corsa di Viviana in una galleria (Pizzo Turda) dell’autostrada Palermo-Messina all’altezza di Caronia, a 104 chilometri da Venetico in direzione Palermo: è lì che avviene uno scontro con un furgone che viene giudicato lieve. Mentre gli operai a bordo del camioncino fanno rallentare il traffico in galleria, Viviana viene vista uscire dalla galleria e fermarsi in un’area di sosta. A notarla sono diversi automobilisti: saranno gli ultimi a vederla ancora viva.
VIVIANA PARISI E GIOELE: IL RITROVAMENTO DELLA MAMMA
Da quel momento in poi inizia il giallo: Vivana scavalca un guard rail e si dilegua nelle campagne. Lascia la borsa in auto con dentro documenti e soldi. A vederla di spalle sono gli operai, ma non notano la presenza di Gioele. Lo vedrà invece una famiglia del Nord Italia: lo raccontano ad altri testimoni che chiamano il 112, mentre i settentrionali vanno via. A quel punto scattano le ricerche: inizialmente non viene esclusa alcuna pista, dal rapimento all’omicidio. Sono le ore in cui il padre di Gioele lancia un disperato appello rivolgendosi alla moglie, convinto che lei possa sentirlo e tornare a casa con il bambino. Qualche giorno più tardi, precisamente l’8 agosto, tutte le speranze di ritrovare in vita la mamma naufragano al ritrovamento del corpo: a fiutare il cadavere, irriconoscibile, è un cane molecolare. Si trova vicino ad un traliccio dell’alta tensione, a circa un km dal luogo dell’incidente, nella boscaglia. Di Gioele nessuna traccia. Si avanza anche la possibilità che il bambino non fosse insieme alla mamma, ma le telecamere del rifornimento di benzina di Sant’Agata certificano la presenza del piccolo in auto. Si tratta soltanto di trovarlo.
VIVIANA PARISI E GIOELE: UN CASO DI OMICIDIO-SUICIDIO?
Per ritrovare il corpicino di Gioele bisognerà attendere il 19 agosto: lo trova uno dei volontari che partecipa alla battuta organizzata dal papà, Daniele Mondello. Questi dice di non credere all’ipotesi che la mamma abbia ucciso il figlioletto, ma su di lei si addensano le nubi di un certificato medico rilasciato il 17 marzo scorso dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, in cui si afferma che “Viviana soffriva di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica”. Da quel momento in poi è un susseguirsi di ipotesi: c’è chi crede che Gioele sia morto in seguito all’urto in auto, ma i testimoni settentrionali sostengono che fosse vivo dopo l’impatto; altri continuano a pensare che la mamma abbia prima ucciso il figlio e poi si sia tolta la vita, mentre i suoi familiari azzardano che Viviana sia caduta dal traliccio nel tentativo di perlustrare dall’alto la zona per ritrovare Gioele. Qual è la verità? Riuscirà a venire prima o poi una risposta certa ai tanti dubbi sul giallo di Caronia?