Se c’è bisogno di usare toni forti e chiari, il filosofo Massimo Cacciari non si tira certo indietro: e così ieri sera a Genova per un incontro pubblico con il candidato Pd-M5s alle Regionali, Ferruccio Sansa, l’ex sindaco dem di Venezia non ha evitato di esprimersi sul Referendum al voto il prossimo 20-21 settembre. «Il referendum sul taglio dei parlamentari è una mega putt*nata pazzesca, è l’ennesima non riforma, non ha alcun senso tagliare i deputati senza rivedere l’assetto complessivo del Parlamento italiano», più chiaro di così… Per il filosofo ed ex sindaco è evidente che non ha nessun senso «tagliare i parlamentari, se si trattava di risparmiare qualcosa c’era un sistema molto più rapido, senza fare riforme costituzionali, che era il dimezzamento degli stipendi degli attuali parlamentari». Cacciari inoltre si chiede come mai il M5s, normalmente «così rigorosi», pensino che possa essere adeguato avere «stipendi di 14 mila euro in una situazione come quella italiana, tre volte quanto prende un professore ordinario dell’Università».
CACCIARI-PENSIERO TRA GOVERNO, REGIONALI E…
Dal Referendum alle Regionali, il ragionamento di Cacciari è sempre più ad ampio raggio e nell’intervista di 2 giorni fa a Otto e Mezzo ha espresso così la sua “previsione” sul voto di fine settembre: «Le elezioni regionali non avranno conseguenze sul governo né sul Pd, con buona pace di chi sta facendo fronde. Se la Toscana conferma la maggioranza di centrosinistra, le altre regioni sono sostanzialmente indifferenti». Sulla Liguria invece ieri Cacciari a fianco di Sansa ha descritto come «positiva» l’alleanza locale tra Pd e M5s, da non replicare però per forza anche in altri contesti: «Sarebbe positivo per l’azione di Governo, perché la renderebbe più efficace, altrove fuori dalla Liguria non vedo nulla di rilevante. E’ bene che Sansa sia una candidatura che non appartiene a gruppi dirigenti che in Liguria obiettivamente non hanno molto ben meritato. Non possiamo mica nasconderci che veniamo da tracolli uno dietro l’altro in questa Regione». Chiosa finale sulla gestione dell’emergenza Covid da parte del Governo Conte, a quale non ha lesinato forti critiche anche nei mesi passati: tanto ieri in piazza quanto a La7 il filosofo ha ribadito «Un nuovo lockdown sarebbe l’assoluto disastro. Dobbiamo allacciare le cinture, non possiamo bere durante la guida, dobbiamo rispettare le regole. Ci sono una serie di regole, non c’è niente da fare. Mi auguro che il lockdown abbia insegnato qualcosa, altrimenti è un disastro. Spero si sia imparato che bisogna intervenire tempestivamente, anche per settori».