E così dopo lo stringatissimo comunicato successivo alla recente chiamata tra Giuseppe Conte e Vladimir Putin (a confronto del dettagliato report dato dal Cremlino), scoppia di nuovo un caso politici sull’asse Italia-Russia: nell’intervista odierna al Foglio il Presidente del Consiglio rivela come il Capo del Cremlino gli abbia assicurato nella “famosa” telefonata come «la Russia è intenzionata a chiarire l’accaduto sul caso Navalny, mi ha anticipato che avrebbe costituito una Commissione di inchiesta e si è detto pronto a collaborare con le autorità tedesche». La collaborazione – ha concluso il premier al direttore Claudio Cerasa – «è la via migliore per scongiurare che questa drammatica vicenda possa incidere negativamente sui rapporti tra l’Unione europea e la Russia». Insomma, una notizia potenzialmente “bomba” con l’Italia di nuovo al centro delle diplomazie internazionale nel momento di massima tensione tra Ue, Usa e Russia per via del doppio caso Bielorussia-Navalny (l’oppositore anti-Putin, oggi ricoverato in Germania dopo avvelenamento sospetto in Siberia). Tutto perfetto, se non fosse che il Cremlino corre a smentire al più presto quanto riportato dal Premier Conte: «Non escludo che ci possa essere stato un equivoco», ha detto alla stampa russa Dmitri Peskov, portavoce del Presidente Putin, «La situazione del paziente berlinese è stata effettivamente toccata nella telefonata ma non è mai stata chiamata in causa una commissione d’inchiesta» come ha invece riferito Conte al Foglio: la commissionar non ci sarà, conclude Peskov, «perché non vi sono le basi giuridiche. Dopo di tutto una pre-inchiesta è in corso da un bel po’ di tempo».
CAOS CONTE-PUTIN, PALAZZO CHIGI PROVA A “SMORZARE” MA…
Insomma, qualcosa non torna nella telefonata “segreta” tra Conte e Putin, come già avevamo raccontato giorni fa a seguito dello scoop rilanciato da Formiche.net in merito al diverso comunicato pubblico diffuso da Palazzo Chigi e Cremlino a seguito della chiamata tra i due presidenti. «L’inammissibilità di accuse frettolose e infondate al riguardo e l’interesse per un’indagine approfondita e obiettiva di tutte le circostanze dell’incidente», spiegava il comunicato della Russia in merito al caso Navalny. Oggi però con le parole di Conte, Putin ha voluto chiarire di non aver mai detto che farà una commissione ad hoc sul presunto attentato chimico al suo oppositore: un caso diplomatico tutt’altro che piccolo, specie perché la posizione della Russia resta il medesimo sul caso Navalny, «tutte le analisi degli esperti russi hanno mostrato l’assenza di sostanze tossiche» spiega ancora oggi Peskov in risposta all’intervista del Premier italiano. Fonti di Palazzo Chigi all’Adnkronos hanno questo pomeriggio provato ad uscire dall’imbarazzo creatosi dopo la risposta di Putin e spiegano «non ravvisiamo incongruenze tra il contenuto del colloquio avvenuto recentemente tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Presidente Vladimir Putin, il contenuto della recente intervista al Foglio e le precisazioni del Cremlino». Per le stesse fonti vicine a Conte, risulta confermata «la decisione russa di dare luogo ad una fase investigativa (o al limite pre-investigativa) in relazione al caso Navalny. Il Presidente Conte ne ha fatto menzione nell’intervista in linea con la sostanza emersa dal colloquio».