Il Governatore della Regione Piemonte risponde a distanza alla Ministra dell’Istruzione in merito alla nuova polemica sorta a soli pochi giorni alla riapertura delle scuole. Pochi giorni fa, infatti, la titolare del dicastero Lucia Azzolina aveva fatto sapere di voler impugnare il decreto di Alberto Cirio in merito al controllo obbligatorio della temperatura a scuola agli studenti, andando contro la regola del controllo domiciliare. E nelle ultime ore lo stesso Cirio ha replicato a muso duro: “Abbiamo lavorato sin dal primo giorno nella Conferenza delle Regioni, chiedendo che lo Stato ordinasse alle scuole di misurare la temperatura agli studenti: per noi rischia di non essere sufficiente il meccanismo di misurazione a casa” ha detto il Governatore, spiegando di fidarsi delle famiglie piemontesi ma di temere il fatto che un singolo caso positivo possa contagiare tanti bambini. “Non cambiamo idea, ci sono famiglie di negazionisti anche in Piemonte” ha poi tuonato, chiudendo il suo intervento difendendo una ordinanza definita di “grande buonsenso, non abbiamo chiesto la luna e rimarremo fermi su questi principi”. (agg. di R. G. Flore)
MINISTRA VUOLE IMPUGNARE ORDINANZA REGIONALE
È scontro totale quello tra Governo e Regione Piemonte a pochissimi giorni dalla riapertura della scuola: dopo l’ordinanza del 9 settembre del Presidente Alberto Cirio che impone l’obbligo di verifica a scuola della temperatura degli studenti, è scattata la polemica con la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che invece ancora nell’ultima conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla ripresa della scuola ha ribadito la regola fissata sul controllo a casa da parte dei genitori dei ragazzi. Oggi in visita ad una scuola di Biella, la titolare del Miur lo ha detto chiaramente «Potremmo impugnare il decreto della Regione Piemonte che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti». La polemica impazza in realtà anche a livello nazionale con le Regioni che non da oggi chiedono che si trovi la modalità per un controllo all’ingresso delle scuole della febbre, così come avviene del resto già in ristoranti e luoghi di lavoro: le linee guida Iss-Cts invece ribadiscono la modalità del controllo domestico della temperatura e così anche Conte e Azzolina lo hanno rimarcato due giorni fa a Palazzo Chigi.
TEMPERATURA A SCUOLA, LA “MINACCIA” DEL GOVERNO
«Il Governo ha scelto di dare questa responsabilità alle famiglie, ma il Piemonte ritiene che un elemento così delicato e importante non possa essere lasciato alle singole sensibilità. Per questo abbiamo voluto introdurre per le scuole un obbligo di verifica», spiegava giusto ieri il Governatore Cirio su Facebook annunciando la nuova ordinanza valida dal 9 settembre 2020, «mandare a scuola un bambino con la febbre mette a rischio lui, gli altri bambini e tutto il personale scolastico. E questo non lo possiamo permettere. Vogliamo che quando i nostri figli sono a scuola siano in un luogo sicuro». Punto nodale dell’ordinanza vede la Regione invitare ogni istituto che non riuscisse a organizzare il controllo all’ingresso, a prevedere «un meccanismo di verifica quotidiana (attraverso una autocertificazione che potrà essere fornita sul registro elettronico, sul diario o su un apposito modulo) per controllare che la temperatura sia stata effettivamente misurata dalla famiglia». Ma la Ministra Azzolina non ci sta e oggi contesta duramente il provvedimento del Piemonte: «il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola». Per il Governo l’azione della Regione Piemonte è scorretta perché «non si può a 4 giorni dall’apertura cambiare le regole del gioco. È una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici. Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte e impugnare il decreto del presidente Cirio». Chiosando davanti ai giornalisti la polemica, la titolare dell’Istruzione aggiunge «Sono sicura che le famiglie e il personale scolastico sanno esattamente cosa devono fare. E’ già successo qualche caso in Italia in cui si sia trovato in classe un bambino malato e la scuola è già ripartita da giorni. Ci sono protocolli e procedure precise da applicare». Lo scontro è appena cominciato…