L’appello del presidente della FIGC Gabriele Gravina sarebbe caduto nel vuoto, il Comitato Tecnico Scientifico non è intenzionato a concedere nessuna apertura al calcio, almeno in tempi immediati, sulle norme anti-Covid. E’ quanto emerge dalle indiscrezioni riportate dal portale Calcio e Finanza, che sottolineano come resteranno 4 i giorni massimi che possono intercorrere fra un tampone e l’altro per i calciatori. E non ci sarà ancora nessuna apertura al pubblico negli stadi, anche se all’estero iniziano a dare il via libera a capienze ridotte. Secondo l’attuale protocollo, i calciatori svolgono il tampone per il coronavirus ogni 4 giorni, per scongiurare la messa in quarantena di tutta la squadra in caso di positività di un componente della rosa o dello staff tecnico. Un iter che i presidenti dei club meno attrezzati e delle leghe inferiori hanno da tempo definito insostenibile per motivi organizzativi ed economici, ma il CTS non è intenzionato ad allentare la morsa delle misure per quanto riguarda gli sport di contatto.
CTS, PER PUBBLICO NEGLI STADI SE NE RIPARLA A OTTOBRE
Per quanto riguarda la questione pubblico negli stadi, recentemente anche la Bundesliga ha iniziato a impostare una riapertura riguardante il 20% della capienza degli impianti. Ma per l’Italia qualunque previsione è ancora prematura. Fino al prossimo 6 ottobre dunque le partite dei campionati professionistici continueranno a essere disputate a porte chiuse, anche il presidente federale Gabriele Gravina aveva comunque sottolineato come ci fosse un accordo per attendere i riscontri relativi alla riapertura delle scuole, avvenuta lunedì scorso. Anche il Ministro Spadafora aveva sottolineato che, se nelle due settimane successive alla riapertura degli istituti scolastici avessero dato indicazioni positive, allora si sarebbe lavorato tempestivamente per iniziare a vedere di nuovo almeno una piccola porzione di pubblico sugli spalti. Ma non ci saranno anticipi su queste intenzioni, nonostante gli input provenienti dall’estero.