L’Arcilesbica nazionale ha pubblicato un post sulla sua pagina ufficiale Facebook in merito alla triste vicenda di Maria Paola Gaglione, la giovane ragazza uccisa dal fratello dopo essere stata speronata, perchè frequentava un ragazzo transessuale. “La transessualità non si autocertifica – scrive l’associazione Lgbt sul social network – ci sono passi da fare ben precisi. Il fatto al momento non smentito è che Cira Migliore ha documenti e corpo femminili, non ha mai iniziato alcun percorso di transizione. In caso questo venga ufficialmente rettificato, provvederemo a chiamarlo Ciro, trans ftm, da femmina a maschio”. Quindi l’associazione prosegue e conclude: “Fino ad allora Cira Migliore è realmente una vittima di violenza misogina a cui è stata tolta con la morte la compagna Maria Paola Gaglione, le facciamo le più sincere condoglianze e piangiamo un altro femminicidio. Che sia maledetta la pretesa maschilista di governare le donne, correggerci, punirci, darci lezioni, lavare nel sangue nostro il loro onore”.
CIRO MIGLIORE, SCOPPIA LA POLEMICA ANCHE PER L’ANNUNCIO FUNEBRE
Parole che pare abbiano fatto andare su tutte le furie il mondo trans, che ha immediatamente replicato al post di Arcilesbica, come sottolineato da Dagospia: “Chi siete, l’anagrafe del gender? – le parole – ve la prendete con la pretesa maschilista di governare le donne e poi dite agli altri come si devono definire?”. Una polemica che probabilmente si poteva evitare, visto il doloroso momento che invita ad un unione e non ad una divisione, fra l’altro all’interno dello stesso mondo Lgbt, tipicamente molto coeso. Un’altra polemica è sorta anche a seguito del manifesto funebre apposto dopo la morte di Maria Paola, un’indignazione nata a seguito del fatto che fra i citati vi sé anche il fratello della stessa vittima, quello che sarebbe il presunto responsabile della sua morte: “Paola Gaglione, morta a 18 anni di femminicidio. E ne da il triste annuncio il suo assassino – si legge sempre su Facebook – questa è la realtà di quel che siamo nel mondo come donne. Esseri di cui appropriarsi, fino alla vita stessa, e continuare anche dopo morte. Vergogna su chi ha accettato di stampare e affiggere questo annuncio”.