Il giallo di Caronia con le morti di Viviana Parisi e del piccolo figlio Gioele continua. Del caso torna ad occuparsene la trasmissione Quarto Grado nella nuova puntata di stasera in diretta. I maggiori interrogativi hanno a che fare con l’incidente stradale avvenuto nella galleria Pizzo Turda lo scorso 3 agosto mentre Viviana di trovava alla guida della sua auto insieme al bambino. Un incidente apparentemente definito sin da subito “banale” ma che potrebbe aver rappresentato un vero e proprio bivio nel destino drammatico della giovane madre e del suo piccolo di 4 anni. “Vogliamo vederci chiaro sull’incidente avvenuto a Viviana, ci sono troppi elementi che ancora sono oscuri”, chiedono i legali della famiglia di Daniele Mondello, marito e padre delle due vittime. Per questo, come spiega LiveSicilia.it, è stata inviata alla procura di Patti una istanza al fine di permettere al consulente di parte di poter analizzare la dinamica dell’incidente avvenuto sulla A20 Messina-Palermo. Un sinistro che ha coinvolto la Opel di Viviana ed un furgone condotto da operai della manutenzione autostradale. In seguito a quell’incidente madre e figlio abbandonarono la vettura allontanandosi nelle campagne di Caronia dove poi sono stati rinvenuti in due momenti differenti privi di vita. Ma cosa è successo davvero dopo quel drammatico incidente? Il piccolo Gioele è rimasto ferito nell’incidente? E perché non sono stati chiamati subito i soccorsi?
VIVIANA PARISI E GIOELE: IL GIALLO DI CARONIA
I difensori di Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e padre di Gioele, vogliono far luce sul sinistro che ha scatenato tutto portando poi al ritrovamento dei resti senza vita delle due vittime. “Chiediamo di avere copia integrale del fascicolo sugli atti relativi al sinistro attualmente in esclusivo possesso dei periti della Procura”, dicono gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti. La richiesta sarebbe già stata avanzata e l’istanza accolta. “Ora speriamo di fare chiarezza”, dice. Daniele intanto non si dà pace e rispetto alla vicenda drammatica dell’incidente sostiene che non sia stato fatto tutto ciò che si sarebbe dovuto fare. “È inconcepibile che la mia macchina sia stata sequestrata lo stesso giorno della scomparsa di mia moglie ma non il furgone degli operai. Perchè tutto questo? Basta errori”, ha tuonato in un suo sfogo su Facebook. Una ulteriore svolta potrebbe sopraggiungere a breve: secondo i periti nominati dalle famiglie Parisi-Mondello, infatti, non sarebbe stata la donna a provocare l’incidente. Gamegurus.it riferisce le parole di Carmelo Costa e Giuseppe Monfreda, consulenti delle famiglie Mondello e Parisi dopo gli ulteriori accertamento: “Sia l’auto di Viviana Parisi che il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto e quindi il furgone non era fermo come si è pensato in un primo momento. Ed è probabile che lo stesso furgone abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna”.