RIFORMA PENSIONI, IL RUOLO DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Prendendo spunto dagli ultimi dati contenuti nel Report sugli Investitori istituzionali italiani elaborato da Itinerari Previdenziali, il Segretario nazionale della Fim-Cisl Massimiliano Nobis evidenzia come sia bassa la percentuale di adesione al sistema dei Fondi pensione negoziali. “Oggi meno del 35 per cento dei lavoratori scelgono di iscriversi al Fondo di riferimento previsto dalla Contrattazione Collettiva. Occorre per questo intervenire con urgenza sia contrattualmente, sia con una legislazione di supporto particolarmente sensibile alle necessità dei giovani permettendo loro di valorizzare la posizione pensionistica complementare anche durante esperienze occupazionali non continuative”, sono le parole del sindacalista riportate da Askanews, che ricordano quindi uno dei temi importanti nell’ambito del confronto aperto con il Governo sulla riforma pensioni.
IN FUTURO ASSEGNI AL 55% DELL’ULTIMA RETRIBUZIONE
Secondo Nobis, dato che in futuro le pensioni saranno pari a circa il 55% dell’ultima retribuzione, senza dimenticare che si va verso un allungamento dell’età pensionabile, “ricominciare a parlare di previdenza complementare ai lavoratori, far riflettere i giovani sulle opportunità e i vantaggi che stanno perdendo se non aderiscono e far comprendere il grande ruolo di coesione sociale che questo strumento può svolgere è fondamentale per il futuro previdenziale di milioni di cittadini”. Vedremo se ci saranno misure che verranno adottate con la prossima Legge di bilancio, magari sotto impulso dei sindacati, per incentivare la previdenza complementare, ricordata spesso nelle dichiarazioni degli esponenti di Cgil, Cisl e Uil riguardanti il tema riforma pensioni.