E così, dopo le innumerevoli azioni che hanno fatto capire pure agli stolti cosa significasse la sua Presidenza, il Governo di Alberto Fernandez continua a dare segni sempre più inequivocabili di essere agli ordini di Cristina Fernandez de Kirchner. In questi ultimi giorni sono accaduti dei fatti che trascinano ancor di più l’Argentina verso la catastrofe che ormai appare senza più regole morali. In primis si sono avviate delle indagini, sequestrando filmati delle telecamere degli ingressi del quartiere privato dove alloggia, per stabilire se l’ex Presidente Macri abbia violato le ristrettissime norme della quarantena argentina. Non sappiamo se lo abbia fatto o meno, ma di certo basta vedere la quantità industriale di filmati dall’inizio delle misure anti-Covid decise dal suo Governo (che ora vuole premiare gli infettivologi che lo hanno consigliato, forse per “ringraziarli” di aver raggiunto e superato i 60.000 infetti) per vedere come proprio Fernandez (il Presidente) abbia in molteplici occasioni violato le più elementari norme che invece faceva rispettare duramente ai suoi concittadini. Ma ormai l’odio che da anni domina le azioni della vicepresidente (da cui arriva l’ispirazione per diverse azioni contro Macri) non ha più nessun limite, visto che le sue molteplici azioni per tentare (per ora felicemente) di evitare i 15 processi che la investono trovano una popolazione che attraverso internet organizza raduni oceanici di protesta contro il rischio di perdere non solo la giustizia, ma anche la Repubblica. L’altro giorno, difatti, si sono realizzate massive manifestazioni anti-governative in tutto il Paese.
Al peggio però non c’è limite e allora ecco un’ulteriore svalutazione del 30% del peso, che fa sprofondare, anche attraverso un rigidissimo controllo dei cambi con il dollaro, una situazione economica aggravata dalla quantità di imprese straniere che hanno deciso di abbandonare il Paese, ritenendo, giustamente, l’attuale Governo contro le libertà economiche e sostanzialmente teso a eliminare la classe media in quel progetto di “Argenzuela” che i lettori del Sussidiario già conoscono. Siamo veramente al limite della disperazione di un popolo che non solo vede sfumare i propri depositi bancari, ma anche l’attività economica e di conseguenza il proprio lavoro.
Certo, a sostenere il Governo c’è la massa notevole non solo di un sindacalismo corrotto, ma anche di quei 12 milioni e più di poveri che vivono dei sussidi elargiti dallo Stato Babbo Natale in cambio del voto e della partecipazione alle manifestazioni a sostegno dell’attuale esecutivo. Ma la gente comune inizia a reagire anche con la fuga dal Paese specie verso l’Uruguay, che ha intrapreso una serie di provvedimenti tesi a favorire questo fenomeno, mentre altri cittadini stanno tentando di raggiungere le proprie seconde case per paura che le stesse vengano occupate e poi gestite sia dal narcotraffico che dai centri sociali in cambio di protezione.
Il tutto mentre la questione Covid ha superato ogni limite e non si sa più cosa fare per tentare di rallentare i contagi: i tamponi si praticano con il contagocce, gli ospedali sono saturi e con il personale ormai totalmente sfiduciato dalle continue sfide governative che, invece di favorire e premiare gli enormi sacrifici delle categorie medico-sanitarie che eroicamente (come in altre parti del mondo) combattono la quotidiana battaglia contro il virus, ne diminuiscono quotidianamente gli aiuti con il rischio di un blocco sanitario dalle conseguenze imprevedibili.
Insomma, un Paese che, spaccato in due, è alla ricerca di una soluzione ai suoi insormontabili problemi, ma che vede la propria situazione peggiorare sempre più.