Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, è stato in collegamento con il programma di Rai Uno, “Oggi è un altro giorno”. Si è parlato ovviamente dell’epidemia di coronavirus, e l’esponente del governo è tornato sulle sue parole rilasciate qualche giorno fa, in merito alla preoccupazione nei confronti dei pranzi in famiglia: “Sono preoccupato di quei pranzi fra amici e famiglie con una numerosità importante di persone – ha precisato – dove si perde un po’ di paura e un po’ di regole che abbiamo imparato. Non dico di indossare la mascherina in famiglia ma di usare la distanza, visto che è proprio in quegli ambienti che il virus può insinuarsi. Non dobbiamo mollare la presa – ha aggiunto – durante il periodo estivo c’è stata una risalita dei contagi anche perchè alcuni hanno mollato la mascherina, Deve entrare nella nostra quotidianità. Laddove non c’è la distanza, bisogna indossarla. Io sono preoccupato – ribadisce – quando i pranzi sono fra 10/15 persone, ovviamente i comportamenti di ognuno non li conosci, in particolare i soggetti più giovani. Se qualcuno ha dei sintomi, un semplice raffreddore, un graffio alla gola, non andate a quei pranzi, rimanete a casa”.
SILERI: “REGOLE PIU’ STRINGENTI SE SERVONO”
Sull’influenza e sul vaccino: “I virus influenzali circoleranno molto meno grazie alle misure anti-covid. il vaccino sarà fortemente consigliato, vedremo i numeri dei vaccinati, io auspico tutta la popolazione anziana e gli addetti ai lavori”. Sulla riapertura, anche graduale, degli stadi, Sileri spiega: “Non è pensabile far entrare 20/25mila persone agli stadi, dovrà essere qualcosa di graduale con regole ferree, dovranno essere vietati baci e abbracci e tutto ciò che avviene in un assembramento, se vuoi guardare le partite allo stadio devi seguire regole, la regola significa libertà”. Sulla possibilità di restrizioni più ferree, Sileri specifica: “E’ giusto che vengano messe regole più stringenti dove non vengano rispettate, dove ci sono focolai o dove ci sono incontri fra più persone ad esempio. Il governo può vigilare di più, andando avanti con monitoraggio e osservazione, come stiamo già facendo. Al momento abbiamo una salita molto lenta dei contagi, non come in Francia. Dobbiamo cercare di aumentare il numero dei test, sia i tamponi che i test salivari: tutto dipende da come andrà l’andamento dei contagi ovviamente”. Sileri aggiunge: “Non sono preoccupato da una seconda ondata, ci sarà un aumento dei casi, ma se osservate la salita della curva questa è molto lenta e graduale con un bassissimo impegno del nostro sistema sanitario. Casi in Francia? Non dobbiamo chiudere le frontiere ma dobbiamo avere una strategia comune in tutta l’Ue”.