Fedez torna a parlare del tema delle meritocrazia e lo fa dalle frequenze di RTL 102.5, l’emittente radiofonica lombarda nata nel 1975 e che da quest’anno annovera nel suo parterre una nuova voce. Infatti il rapper celebre anche per formare assieme alla moglie Chiara Ferragni il duo più in vista dello showbiz italiano è stato il primo ospite di “Giletti c’è”, il programma radiofonico che ha debuttato proprio questa mattina su RTL 102.5 ed è condotto da Massimo Giletti assieme ad Elena Santarelli, pronto dunque a portare avanti questo doppio impegno dal momento che proprio in questi giorni torna su La7 anche l’appuntamento della domenica sera con “Non è l’Arena”. E il quasi 31enne Federico Leonardo Lucia, come accennato, è stato il primo ospite VIP ad affrontare uno degli argomenti di cronaca che Giletti tratterà in ogni puntata: “In Italia la meritocrazia c’è solo in alcun settori” ha spiegato il rapper che è stato intervistato anche perché proprio quest’oggi esce il nuovo singolo “Bella storia”, il quarto singolo pubblicato dall’artista negli ultimi mesi di feconda produzione creativa.
FEDEZ, “IL MIO TALENTO? NON AVERNE: MA PORTAI QUALCOSA DI DIVERSO NEL RAP”
Parlando più diffusamente del tema della meritocrazia nel nostro Paese, Fedez ha anche spiegato a Giletti che i settori a cui lui guarda con sospetto sarebbero quelli in cui il merito viene attribuito da soggetti terzi: “I figli di personaggi con cognomi altisonanti si portano questo peso: anche io sono cresciuto col pregiudizio che ‘figli di’ fosse qualcosa da cui stare lontano, poi ho avuto un figlio e analizzi un po’ più in profondità la cosa e capisce che è una fortuna” ha aggiunto il compagno della Ferragni chiedendosi se un giorno per il loro primogenito potrà esser un fardello avere due genitori così sovraesposti mediaticamente come loro. “Nella mia esperienza penso che il mio talento sia quello di averne” ha poi detto a sorpresa Fedez con una punta di modestia, sostenendo di essere anche stato fortunato e che nel suo specifico caso sono tanti i diversi elementi che hanno concorso a farlo diventare un artista di successo. “Quando sono uscito con il mio primo disco e ho ricevuto le attenzioni delle case discografiche e del pubblico, il mio lavoro aveva una forte connotazione sociale e politica” ha concluso il diretto interessato attribuendosi come merito quello di aver ridato al rap il compito di parlare proprio della società italiana e della realtà politica contingente. “Ho portato qualcosa di nuovo e di diverso nel momento giusto” è stata la sua chiosa.