E alla fine fu “tarallucci e vino”. Ma non tutto è così come potrebbe sembrare. Stiamo parlando dell’emergenza migranti e dello scontro sulla gestione sanitaria degli arrivi fra la Regione Sicilia e lo Stato. Il 22 agosto scorso il presidente della Regione, Nello Musumeci, esasperato dall’immobilismo romano, emanò una ordinanza sanitaria contingibile e urgente, che imponeva lo sgombero di hotspot e centri di accoglienza ormai al collasso per presenze 5 o 6, a volte anche dieci volte superiori alla capienza. Dopo qualche giorno la presidenza del Consiglio dei ministri impugnò l’ordinanza di Musumeci davanti al Tar, scavalcando la competenza della Corte costituzionale nei conflitti di attribuzione fra poteri dello Stato e ricorrendo alla giustizia amministrativa.
In men che non si dica il presidente della terza sezione del tribunale di Palermo emise un’ordinanza monocratica, ovvero di suo pugno, senza consultazione con il collegio, che sospendeva l’ordinanza di Musumeci, sostenendo che travalicava i poteri della Regione perché, anche se emanata in tema sanitario, aveva effetto in tema di confini e gestione dei flussi migratori di esclusiva pertinenza statale. Inevitabili le polemiche anche sulla figura del presidente Cristina Maria Quiligotti e già consulente del presidente della Regione Lazio Zingaretti.
Adesso arriva la sentenza di merito, che poi di merito mostra di non essere. “Ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse”. Con questa semplice e salomonica decisione il Tar di Palermo ha messo la parola fine sulla querelle. Insomma il Tar ha deciso di non decidere, il collegio composto dal presidente Quiligotti, da Maria Cappellano giudice estensore e Anna Pignataro consigliere, ha deciso di non entrare affatto nel merito e dichiarare il ricorso improcedibile perché “non c’è più interesse”. In sostanza, essendo cessata l’emergenza per la quale era stata emanata l’ordinanza contingibile e urgente del presidente della Regione ed essendo stati svuotati hotspot e centri di accoglienza nelle more del giudizio, non c’è più motivo per il Tar di pronunciarsi.
Una furbata doppia, anche perché l’ordinanza di Musumeci aveva valore dal 22 agosto fino al 10 settembre e l’udienza di merito era stata da subito fissata per il 18 settembre, ben sapendo che per quella data l’ordinanza avrebbe perso di efficacia, levando le castagne dal fuoco a tutti.
Se è vero che quella specifica emergenza è cessata, non è però vero che l’emergenza migranti sia finita. Tutt’altro. È anche vero, però, che lo scontro giuridico sulla competenza fra Palermo e Roma resta intatto e c’è il rischio che in una situazione analoga a quella che aveva generato ordinanza e contenzioso si riproponga tutto di nuovo nella medesima forma.
Ed è per questo che subito arrivano le imbeccate per indirizzare l’informazione in maniera da aiutare Roma. Nella sentenza, infatti, c’è un passaggio che “virtualmente” valuta soccombente la competenza regionale anche se, sempre virtualmente, è fondato il potere “sanitario” del presidente della Regione in questa emergenza. Valutazioni di merito fatte solo per definire l’eventuale soccombenza nelle spese. Ma alla fine il collegio decide che il ricorso è improcedibile per cessato interesse e le spese sono compensate per la complessità e novità della materia emergenziale trattata. Come dire che di chiaro e acclarato non c’era proprio nulla.
Di fatto il contenzioso è virtualmente chiuso, ma materialmente resta aperto. Tanto che Musumeci interviene in maniera tranciante: “Era già tutto scritto. Solo chi non conosce il rito amministrativo poteva attendersi una pronuncia diversa dal decreto monocratico. O qualcuno pensava che il collegio del Tar avrebbe smentito il suo presidente? I siciliani sanno bene che senza la mia azione, Roma non si sarebbe mai svegliata sul tema migranti. E lo dicono i fatti: tutti i provvedimenti adottati dal governo centrale sono successivi. I fatti, per fortuna, parlano più delle ideologie. E i fatti dicono con chiarezza che in Sicilia gli hotspot continuano ad essere fuorilegge e non adeguati alle norme Covid. Roma rivendica competenze? Le eserciti davvero, oppure lasci fare alla Regione”.
Come dire: sarà anche cessato l’interesse, ma non è cessata l’emergenza, non si è chiarito alcunché e lo scontro è pronto a tornare in qualsiasi momento, visto che intanto Lampedusa appena l’altro ieri denunciava 1.200 migranti nell’hotspot a fronte di una capienza inferiore ai 200. Oggi la situazione è stata nuovamente alleggerita, ma una nuova ondata è sempre dietro l’angolo.