Manca soltanto l’ufficialità, e quella arriverà tra qualche ora, ma ormai non sembrano esserci dubbi sul fatto che sia Amy Coney Barrett la scelta di Donald Trump per sostituire alla Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, la giudice liberal morta venerdì scorso all’età di 87 anni. Conservatrice, fervente cattolica, con posizioni anti-aborto, quella di ACB (com’è stata già ribattezzata dalla stampa americana) sembra essere la candidatura perfetta per esaltare la base del Partito Repubblicano a meno di 40 giorni dal voto presidenziale. La base del Gop infatti non vede l’ora di spostare gli equilibri della più alta corte federale: con l’ingresso di Amy Coney Barrett, infatti, i giudici ascrivibili all’orientamento conservatore sarebbero 6 contro i 3 liberal su cui contano i Democratici per le questioni più importanti. La sua nomina, se approvata dal Senato – dove i Repubblicani hanno la maggioranza – potrebbe modificare l’indirizzo della politica a stelle e strisce per i prossimi decenni, visto che ogni giudice resta in carica a vita. Da qui l’entusiasmo del popolo repubblicano, ben felice di premiare The Donald il prossimo 3 novembre. C’è però anche il rovescio della medaglia: quello di un elettorato democrat che vedrebbe nella prossima elezione la madre di tutte le battaglie. Quale? Portare alla Casa Bianca Joe Biden e consentirgli di riportare l’equilibrio alla Corte Suprema con delle nuove nomine.
AMY CONEY BARRETT, CHI E’ LA GIUDICE SCELTA DA TRUMP PER LA CORTE SUPREMA
Di Amy Coney Barrett, qualche anno fa, Donald Trump disse: “Lei me la tengo per Ginsburg”. Un commento che l’attuale inquilino della Casa Bianca fece quando si discussero varie opzioni per sostituire il giudice Anthony Kennedy alla Corte Suprema. Quarantotto anni, 7 figli, di cui due adottati e uno affetto da sindrome di down, Amy Coney Barrett è giudice della Corte d’Appello del settimo circuito di Chicago. Assistente legale e pupilla di Antonin Scalia, il giudice della Corte Suprema italo-americano venuto a mancare nel 2016, ACB è considerata la sua versione al femminile. Lecito dunque attendersi che la giudice, una volta approvata la sua nomina, si renda protagonista di decisioni che hanno come sottotesto un approccio ultra-conservatore. Del resto chi ne conosce l’approccio rimarca come la Barrett sia quasi un’integralista nell’interpretazione della Costituzione, che attua pressoché alla lettera, senza cercare di scavare nelle possibili ragioni che hanno ispirato i legislatori. Come giudice d’Appello si è già espressa due volte contro l’aborto, che considera “sempre immorale“. Nel 2017, durante l’audizione di conferma alla Corte d’Appello, la senatrice democratica Dianne Feinstein le rivolse questa frase allo scopo di attaccarla: “Il dogma vive rumorosamente dentro di te“. Parole che segnalavano l’accusa di farsi guidare dalla sua fede cattolica nelle decisioni giuridiche, in particolare su questioni come interruzione di gravidanza e pena di morte. Barrett replicò: “Non metterei mai le mie opinioni personali al di sopra della legge“. Ma nel frattempo l’effetto boomerang si era già manifestato: la giudice era così diventata un’eroina dei religiosi conservatori, che avevano impresso la frase su magliette e tazze. Tra gli aspetti più controversi la sua adesione – svelata dal New York Times all’indomani della nomina alla Corte d’Appello del settimo circuito -all’organizzazione “People of Praise“, una sorta di setta “dove i membri giurano fedeltà gli uni agli altri” e dove si insegna “che il marito è il padrone delle mogli e l’autorità in famiglia“.