Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha deciso di pensionare Quota 100, la riforma pensionistica voluta fortemente dalla Lega, e attuata due anni fa durante il primo governo Conte. “Quota 100 – le parole del massimo esponente dell’esecutivo in occasione del festival dell’Economia di Trento – è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo di quota 100”. Un annuncio decisamente rumoroso quello di Conte, che affonda così, con poche parole, uno dei provvedimenti simbolo del governo giallo-verde, prendendo sempre più le distanze dall’operato di Matteo Salvini. E proprio il leader della Lega non ha tardato a far sentire la sua, e attraverso i social ha commentato: “Vogliono tornare alla legge Fornero!? – le parole riportate dall’edizione di Repubblica in data 26 settembre – la Lega non glielo permetterà, promesso. Non si scherza con i sacrifici di milioni di lavoratrici e lavoratori italiani”.
CONTE PENSIONA QUOTA 100: “AL LAVORO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI”
Appoggia invece la decisione di Conte il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha confessato: “L’abolizione di Quota 100 è una svolta importante. Dopo aver cambiato linea in Europa, torniamo alla serietà sulle pensioni rimediando ancora ai danni del governo populista. Prossimo obiettivo: il Mes”. E a proposito di pensioni, Conte sembra lasciar trasparire delle novità del sistema pensionistico a cui l’esecutivo starebbe lavorando: “Tra le riforme che ci aspettano – ha detto a riguardo il presidente del consiglio – possiamo anche lavorare su quella delle pensioni. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo: ad esempio fare una lista dei lavori usuranti mi sembra la prospettiva migliore. Un professore universitario vorrebbe lavorare a settant’anni, mentre in tanti lavori usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo avere il coraggio di differenziare”. Situazione diversa da Quot 100 invece per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, altra misura cardine del primo governo Conte, e non destinata all’abolizione ma piuttosto alla modifica: “Il progetto di inserimento nel mondo del lavoro – le sue parole – collegato al reddito di cittadinanza ci vede ancora indietro, ho già avuto due incontri con i ministri competenti: dobbiamo completare quest’altro polo e dobbiamo riorganizzare anche una sorta di network per offrire un processo di formazione e riqualificazione ai lavoratori. Spero che nei primi mesi del 2021 potremo presentare l’altro progetto, quello che incrocia l’attuazione del reddito di cittadinanza con l’inserimento nel mondo del lavoro”.