Giuseppe Conte ha parlato all’assemblea di Confindustria, tradizionale appuntamento con gli industriali tenutosi quest’anno presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma non a fine maggio, come da consuetudine, ma a fine settembre causa coronavirus. “Ospite” dunque di quel Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che nelle scorse settimane è emerso come una delle voci più critiche nei confronti del governo, il premier ha toccato diversi temi, a partire dal rapporto tra lo Stato e le imprese: “Non siamo affatto convinti che ci sia uno Stato buono e un privato cattivo. In Europa i migliori casi di sviluppo industriale sono frutto di una collaborazione tra pubblico e privato. Anche in Italia abbiamo bisogno di raccogliere le energie migliori e creare una sinergia, è l’occasione per costruire un nuovo patto pubblico-privato senza il quale ogni sforzo sarà vano“, ha detto Conte. Il presidente del Consiglio ha poi rimarcato l’importanza “sociale” che molti imprenditori hanno rivestito in un momento in cui lo Stato non sempre è riuscito ad assolvere ai propri doveri: “Stamani – ha detto Conte – incontrando la presidente della confederazione svizzera Sommaruga, ho voluto ricordare il sacrificio economico di molti imprenditori, che in un momento di massimo ristrettezza molti si sono sentiti nella condizioni morale di anticipare di tasca proprio la cassa integrazione. Ci si salva solo insieme“. Il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Dobbiamo tutti insieme contribuire a vincere la sfida della ripartenza. E’ una sfida che è lì, ci attende da molti anni. La politica deve affrontare questa sfida con coraggio. Questa volta ce la possiamo fare. Questa pandemia ci ha reso più forti e più consapevoli“.
BONOMI A CONTE: “SE FALLISCE SUL RECOVERY FUND ANDIAMO A CASA TUTTI”
Molto significativo, e a tratti duro, anche l’intervento che ha preceduto quello di Giuseppe Conte: quello del “padrone di casa” all’assemblea di Confindustria, il presidente Carlo Bonomi. Il numero uno degli industriali si è rifatto alle parole pronunciate poco tempo fa dallo stesso premier: “Presidente, lei ha detto: ‘Se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa‘. No, signor presidente. Se si fallisce, nei pochi mesi che ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Il danno per il Paese sarebbe immenso“. Bonomi sembra concordare con Conte sul fatto che pubblico e privato debbano procedere insieme per superare le difficoltà derivate dalla crisi: “È tempo di una azione comune, oppure non sarà un’azione efficace“, dice. Ovvio che lo snodo cruciale sarà l’appuntamento con il Next generation Eu, il piano europeo di rilancio post-pandemia. A tal proposito Bonomi ha consegnato al premier un volume di 385 pagine intitolato “Il coraggio del futuro – Italia 2030-2050“, in cui, ha detto, “è indicata la nostra visione di Paese e sono declinate in dettaglio tutte le proposte e le misure che proponiamo al Governo per il rilancio dell’economia. (…) Servono scelte per l’Italia del futuro. Scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro“.