ANTICIPO TFS STATALI, IL VANTAGGIO DELLA DETASSAZIONE
Come noto, tra le misure di riforma pensioni del Governo Conte-1, oltre a Quota 100, c’era anche la possibilità, per i dipendenti pubblici in quiescenza, di chiedere un anticipo del Tfs/Tfr fino a 45.000 euro. Una possibilità diventata effettiva solo da poco tempo. Come ricorda Il Sole 24 Ore, l’anticipo tramite prestito bancario avrà un tasso di interesse pari a quello del Rendistato (rendimento medio dei titoli pubblici con durata analoga a quella del finanziamento) più uno spread dello 0,4% (con la clausola che il tasso non potrà comunque essere inferiore allo 0,4%). Tuttavia, questo costo “viene in parte abbattuto dalla detassazione prevista sempre dal Dl 4/2019. Infatti, per ogni anno di differimento nell’erogazione del Tfr/Tfs rispetto al pensionamento, la tassazione subisce una riduzione di 1,5 punti percentuali, fino ad arrivare a 7,5 punti per le erogazioni effettuate decorsi 60 mesi o più”. In buona sostanza, se il lasso di tempo tra il pensionamento e l’erogazione è contenuto, “l’onere del finanziamento è inferiore alla maggior somma derivante dalla detassazione”.
RIFORMA PENSIONI, CONFINTESA SANITÀ CONTRO SCELTA CONTE
Confintesa Sanità non sembra aver gradito le dichiarazioni di Giuseppe Conte riguardanti Quota 100. Il Segretario nazionale Domenico Amato, infatti, definisce “una decisione incomprensibile e dannosa, quella di abolire quota 100”. Dal suo punto di vista, “questa decisione costerà cara a tutti quei lavoratori della sanità sia pubblica che privata che a più di sessanta anni si troveranno ancora a lavoro nei reparti, dando poi anche un servizio meno efficiente ai pazienti; penso a gli operatori sanitari durante delle lunghe operazioni chirurgiche, estenuanti anche per i più giovani, penso ai manovali, agli autisti, agli operai a tutte quelle persone che svolgono lavori faticosi; per non parlare poi dei giovani e del loro inserimento nel mondo del lavoro già difficile a prescindere dai pensionamenti, insomma questa è la goccia che ha fatto traboccare il già stracolmo vaso dell’attuale governo Conte”. Come riporta ilmetropolitano.it, Amato tiene a precisare che “le stesse affermazioni le avrei fatte con qualsiasi governo, sia di destra che di sinistra”.
OPZIONE DONNA, L’ANTICIPO PIÙ FORTE
In un articolo pubblicato sul sito di Repubblica e dedicato ai temi di riforma pensioni, vengono ricordato “quali sono gli ingressi anticipati a pensione ancora attivi in questo momento, spiegati da Antonello Orlando esperto della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro”. Si legge che “il più forte degli anticipi è quello della Opzione Donna rinnovata dalla legge di bilancio del 2020 che è aperta alle donne con almeno 58 anni di età e 35 di contributi. Il requisito anagrafico sale invece a 59 anni nel caso di donne con contribuzione nelle gestioni dei lavoratori autonomi (artigiane e commercianti). Questi requisiti vanno maturati entro e non oltre il 31.12.2019. Dal momento della maturazione dei requisiti, decorre una finestra di attesa della pensione pari a 12 mesi per le lavoratrici subordinate e 18 mesi per le lavoratrici autonome. Questo ingresso anticipato comporta però una penalizzazione che arriva fino al 40-50% del taglio sull’assegno, in quanto la lavoratrice vedrà ricalcolata la propria pensione integralmente con il metodo contributivo”.
RIFORMA PENSIONI, IL CHIARIMENTO DI GNECCHI
Intervistata da pensionipertutti.it, Marialuisa Gnecchi, interviene sul tema dell’aumento delle pensioni di invalidità varato con il decreto di agosto, spiegando che “solo chi ha la pensione di invalidità con contributi, invalidità da lavoro, non invalidità civile, deve fare domanda entro il 9 ottobre” all’Inps in modo da ricevere l’aumento dell’assegno, mentre “per gli invalidi civili è automatico”, anche per quel che riguarda gli arretrati. Secondo l’ex deputata, “la circolare n°107 del 23/9/2020” dell’Inps, concernente questo tema è chiara e non dovrebbe lasciare dubbi. Intanto in un articolo sul sito di Repubblica viene ricordato che per quanto riguarda Quota 100, “una volta che la pensione viene liquidata al lavoratore, questo subisce un divieto di cumulo reddituale che rimane attivo fino al compimento dell’età della pensione di vecchiaia e inibisce la percezione di qualsiasi reddito di lavoro, escluso il lavoro autonomo occasionale entro la somma annua lorda di 5000 euro. Non tutti sanno però che, allo stato attuale della norma, è possibile accedere a questo pensionamento anche dopo il 2021, a condizione che i requisiti siano stati maturati entro il 31.12 del 2021”.
INPS INIZIA RECUPERO QUATTORDICESIMA NON DOVUTA
I pensionati hanno già ricevuto, direttamente sul proprio conto, o dopo il ritiro agli uffici postali, la mensilità di ottobre. Che potrebbe essere stata inferiore al solito. Non solo per l’eventuale conguaglio a debito derivante dalla dichiarazione dei redditi, ma anche per via, come ricorda pensionioggi.it, del fatto che l’Inps ha cominciato “il recupero della quattordicesima indebitamente erogata negli anni 2017 e 2018. Le trattenute saranno effettuate in 24 rate mensili. Idem per quanto riguarda l’importo aggiuntivo corrisposto a dicembre del 2017 e 2018, in tal caso però il recupero avverrà in 12 rate mensili”. Per quanti hanno dubbi circa l’importo ricevuto il consiglio è quello di rivolgersi a esperti, caf e patronati per capire meglio la situazione. L’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato ricorda intanto che “i titolari di pensione di inabilità ordinaria di cui alla legge n. 222/1984 devono presentare apposita domanda” per poter vedere aumentato l’importo del loro assegno come stabilito dal decreto agosto.
RIFORMA PENSIONI, I BENEFICI DI QUOTA 100
Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, non boccia in toto Quota 100, misura di riforma pensioni che ormai è dato per certo non verrà rinnovata a fine 2021. In un’intervista ad Adnkronos/Labitalia spiega infatti che “la pensione anticipata Quota 100 ha avuto effetti benefici sul nostro mercato del lavoro; anche se questa misura ha sofferto di alcuni limiti che ne hanno depotenziato l’efficacia”. Tra questi limiti,c’è anche la temporaneità della misura. “Molti lavoratori hanno infatti percepito che la sperimentazione, di durata triennale, potesse essere interrotta in corso d’opera creando timori su una nuova stagione di esodati”, senza dimenticare che “più fonti hanno diffuso l’idea, non radicata nella norma e nella prassi, di un calcolo penalizzante che invece non era contenuto negli ingredienti di questa forma di pensionamento”.
L’OBIETTIVO RAGGIUNTO IN PARTE
Secondo Calderone, poi “il pensionamento anticipato Quota 100 non è stato sufficientemente inserito ‘a sistema’ in meccanismi di esodo e prepensionamento che si propongano quali strumenti efficaci per un vero passaggio di testimone fra generazioni. In particolare, il dl 4/2019 ha previsto un sistema di esodo solo attraverso i fondi di solidarietà bilaterali, a oggi attivi per un numero limitato di comparti produttivi”. Dunque l’obiettivo di Quota 100 di “sanare le rigidità di un panorama pensionistico determinate dalla riforma di fine 2011 che le precedenti stagioni dell’Ape privato e sociale non erano forse riuscite fino in fondo a temperare” “è stato raggiunto solo in parte, visti i numeri ridotti delle adesioni registrate da questa forma di pensione”.