Condanna a 8 anni e 3 mesi di carcere per Nunzia De Girolamo: questa la richiesta avanzata dal pm Assunta Tillo nell’ambito dell’inchiesta sulla Asl di Benevento. Lo rivela Il Mattino, spiegando che l’ex ministro è accusata di associazione a delinquere, concussione e utilità per ottenere il voto elettorale, una vicenda che nel gennaio 2014 portò la stessa moglie del ministro Francesco Boccia a dimettersi dal governo Letta. L’inchiesta riguardava la gestione di appalti e consulenze esterne da parte dell’Asl di Benevento, per la quale il gip Flavio Cusani dispose l’imputazione coatta per l’ex parlamentare. Secondo l’accusa, Nunzia De Girolamo sarebbe stata organizzatrice e promotrice di un direttorio politico partitico che avrebbe condizionato nomine e appalti. Tra le sette richieste di condanna ci sono quelle nei confronti di Luigi Barone e Giacomo Papa, che erano collaboratori dell’ex ministra, Michele Rossi, ex direttore generale dell’Asl di Benevento, e Arlando Falato, ex responsabile budgeting presso la stessa Asl.
NUNZIA DE GIROLAMO SCOPPIA A PIANGERE DOPO RICHIESTA CONDANNA
Per Luigi Barone, presidente del Consorzio Asi, sono stati chiesti 6 anni e 9 mesi, invece 6 anni per il collaboratore Giacomo Papa. Per l’ex direttore amministrativo Felice Pisapia, che consegnò una serie di registrazioni di colloqui avvenuti in casa dell’ex ministro, sono stati chiesti 3 anni e 4 mesi di carcere. Invece per l’ex direttore sanitario Gelsomino Ventucci 2 anni e 3 mesi e 2 anni e 8 mesi di reclusione per l’ex responsabile del budgeting Arnaldo Falato. Per Michele Napoletano, sindaco di Airola, è stata avanzata invece una richiesta di assoluzione, in quanto il fatto non sussiste. Nunzia De Girolamo al termine dell’udienza ha rilasciato poche dichiarazioni. «Sono stata zitta per 8 anni, continuo a restare in silenzio perché sono innocente», ha commentato infatti laconica l’ex ministro dell’Agricoltura, visibilmente scossa uscendo dall’aula. Secondo quanto riportato da Repubblica, quando il pm Assunta Tillo ha pronunciato le richieste di condanna, «neppure gli occhiali da sole scuri hanno schermato le lacrime di Nunzia De Girolamo».