L’economia al collasso, le borse in calo (quelle europee da due settimane, quelle Usa da quattro), la finanza in un clima di totale incertezza, gli Stati pieni di debiti, la scuola in completa confusione, la situazione sociale in fibrillazione. Se ci fosse un generale cinese, probabilmente direbbe che “è grande il caos sotto il cielo, la situazione è interessante”.
L’aspetto più grave di questa situazione “interessante” è una generalizzata mancanza di fiducia, soprattutto nel futuro, che ora sta tramutando in una paura di vivere e che vediamo emergere in tanti aspetti del quotidiano. Una paura di vivere alimentata anche dalle scelte a dir poco bizzarre imposte o suggerite dal Governo e dalle diverse istituzioni, scelte che appaiono prive di ogni logica o di ogni fondamento.
Cosa sta per decidere il Governo? Un’ulteriore drammatica stretta all’uso del contante e un favore sfacciato all’utilizzo delle carte per i pagamenti. Una prima stretta è stata decisa a luglio, limitando i pagamenti a 2.000 euro; invece da gennaio 2022 il limite scenderà a 1.000 euro. Per chi vìola il limite, le sanzioni possono arrivare fino a 50.000 euro. Il cosiddetto “bonus bancomat” prevede invece il rimborso delle spese di transazione, fino a 300 euro a chi spende fino a 3.000 euro.
Anziché prevedere investimenti seri in infrastrutture e poi offrirle a costi ridotti agli operatori del settore (i soggetti operatori dei pagamenti), il Governo preferisce andare avanti con la politica dei “bonus”, cioè con soluzioni estemporanee (che non possono durare) che comunque hanno un costo. Infatti, lo stanziamento per il bonus bancomat è di 1,75 miliardi di euro per il 2021.
L’obiettivo dichiarato sarebbe quello del contrasto all’evasione. Questo è il ritornello monotono col quale si giustificano certe decisioni incomprensibili. Basta avere un po’ di memoria e ricordare che il limite nell’uso dei contanti venne portato a 1.000 euro da Monti nel 2011, sempre con la solita scusa, ma non vi furono effetti sensibili per le entrate dello Stato. Eppure siamo passati dal limite dei 12.500 euro del 2008-2010 ai 5.000 euro dopo il 2010, ai 2.500 euro dopo agosto 2011 per finire a 1.000 euro dell’era Monti. E nessun effetto sulla lotta all’evasione.
L’evasione vera è quella delle grandi aziende e di certe finanziarie, non i pochi spiccioli di uno scontrino. Lo testimoniano noti casi di cronaca passati alla storia, come quello relativo all’Iva evasa sul traffico dei certificati di carbone (uno dei regali del protocollo di Kyoto), una truffa stimata in 5 miliardi di euro in tutta Europa (ne hanno tratto anche un film, La truffa del secolo).
La questione della limitazione ai contanti getta anche luce su un tema spinoso, però da tutti evitato. Infatti, la decisione di un Governo di limitare l’uso del contante mostra anche in tutta chiarezza di chi è e chi gestisce la sovranità monetaria. Lo Stato italiano conserva per intero la gestione della sovranità monetaria, che come recita l’art. 1 della nostra Costituzione rimane di proprietà del popolo insieme a tutte le altre sovranità. Magari può succedere che non la usa, che la lascia usare ad altri, ma la la sovranità monetaria rimane gestita dallo Stato, per conto del popolo.
Un’altra questione molto delicata è quella del rispetto delle regole e delle regole uguali per tutti. Cosa fanno in materia gli altri Paesi europei? Ci sono limitazioni, ma sono tetti molto alti. Addirittura in Germania e in Austria non ci sono limitazioni. Ma non dovrebbero esserci regole uguali per tutti?
Se davvero vi fosse da parte delle autorità la seria intenzione di combattere l’evasione, allora perché non vengono completamente cancellate le banconote da 500 e pure da 200 euro? A che servono? Tutte le polizie europee, a partire da quella italiana, sanno benissimo che l’uso di banconote di taglio alto è quello che viene preferito dalle organizzazioni criminali. Allora perché non bloccano completamente le banconote da 500 e da 200 euro, che all’economia reale non servono a nulla?
Con tutti i problemi che abbiamo e che avremo nel prossimo futuro, per il Governo il vero problema è quello dell’evasione sugli scontrini. Poi non ci si può meravigliare se precipita la fiducia nelle istituzioni.