Matteo Salvini aveva escluso un’apertura al Ppe e al dialogo con Angela Merkel. Netta la sua chiusura durante l’intervista a Live Non è la D’Urso. Ma all’interno della Lega non sono evidentemente tutti d’accordo, se Giancarlo Giorgetti disegna una mappa che potrebbe comportare un cambiamento cruciale dell’identità del Carroccio. “L’Europa ora dice quello che noi dicevamo da tempo. È sparita l’austerità, parla di investimenti e di bisogni dei popoli”, ha dichiarato il vicesegretario federale della Lega. Il Carroccio potrebbe essere pronto ad uscire dal suo isolamento: “Io non dico che dobbiamo entrare nel Ppe. Ma dico che dobbiamo porci delle domande”. La Lega non può accostarsi al partito della Le Pen, secondo Giorgetti, perché loro sono il primo partito italiano che amministra con gli alleati 15 regioni. “Siamo una forza di governo nazionale da molto tempo e lo eravamo fino allo scorso anno”. Di conseguenza, bisogna osservare il partito che “comanda” in Europa e parlarci. “L’Europa va dove va il Ppe e il Ppe va dove va la Cdu”. Il congresso del partito della Merkel sarà dunque decisivo per Giorgetti: “Può andare verso un dialogo con i Verdi, o prendere altri indirizzi per noi più interessanti. Ecco, va capito dove si rivolge quel partito che fa l’Europa e dialogarci”.
GIORGETTI A SALVINI: “SPOSTIAMOCI UN PO’ VERSO CENTRO”
Giancarlo Giorgetti però non vuole litigare con Matteo Salvini per il Ppe e Angela Merkel. Il responsabile Esteri del partito invita alla riflessione: “Dobbiamo farci conoscere dal Ppe. Quello è un partitone dove c’è di tutto. C’è Orban che la pensa come noi. Ci sono i bavaresi della Csu che parlano come Zaia”, riporta Il Mattino. L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Conte I ritiene che sia arrivato il momento di curiosare: “Dobbiamo capire e poi magari, chissà, col tempo finiremo pure per fidanzarci”. D’altro canto, è consapevole che Salvini è di tutt’altro avviso: “Matteo non può non essere d’accordo, ha solo smentito che la Lega entra nel Ppe”. Queste dichiarazioni confermano che c’è una parte all’interno della Lega che non crede più nella logica delle spallate continue, nel non moderatismo che ormai non sta dando più frutti. Crede sia arrivato il momento di avere uno sguardo più lungimirante. “Con la legge proporzionale finiamo tagliati fuori. O ci spostiamo un po’ al centro oppure ci annientano”. L’ultima parola però spetta a Salvini: “La linea politica la decide lui”.