Alla fine il Governo si “salva” con una modifica del regolamento che permette di conteggiare i deputati in quarantena come assenti giustificati “in missione”: e così la risoluzione della maggioranza passa alla Camera con 253 Sì e 3 no, con 17 astenuti e con l’opposizione che anche oggi ha deciso di non votare in protesta con il Governo per la mancata discussione sulla proroga dello stato d’emergenza. Sono stati in tutto 120 i deputati in missione, un numero che comprende anche i parlamentari in isolamento fiduciario: ieri sera la modifica del regolamento della Camera ha ammesso la possibilità di considerare giustificati i deputati in quarantena, altrimenti anche oggi il numero legale alla Camera sarebbe mancato per la terza volta. A questo punto via libera al Consiglio dei Ministri che dopo le 11 si riunirà per deliberare il nuovo Decreto Covid, provvedimento che contiene alcune norme urgenti anti-Covid, la proroga dello stato d’emergenza e dunque la conseguente cornice normativa del Dpcm. Per evitare un vuoto normativo con i passaggi burocratici necessari prima dell’ufficialità del Decreto Covid, il Governo estenderà l’attuale Dpcm con un decreto “ponte” fino al 15 ottobre, salvo poi la prossima settimana varare un nuovo Dpcm completo con valenza a 30 giorni.
CAOS DPCM E STATO D’EMERGENZA: COSA SUCCEDE
Il voto sulla risoluzione del Governo all’emergenza Covid si terrà ufficialmente domani mercoledì 7 ottobre alle ore 10 alla Camera: la decisione arriva dopo una giornata molto convulsa che ha portato decisioni inattese da parte del Governo tanto sulla proroga dello stato di emergenza quanto sul nuovo Dpcm presentato oggi in Parlamento dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Per la mancanza due volte del numero legale alla Camera il voto sulla risoluzione del Governo che dava in sostanza il “via libera” al Cdm per il Decreto Covid (proroga stato d’emergenza al 31 gennaio 2021) e al Dpcm di altri 30 giorni, si è bloccato tutto con il Governo che ha così deciso di varare un Dpcm “ponte” di soli 7 giorni in modo da non creare un vuoto normativo sulle regole anti-Covid e nel frattempo preparare al meglio i prossimi passaggi. Solo dopo il voto domani alla Camera, che dovrebbe confermare la risoluzione dell’esecutivo, il Consiglio dei Ministri confermerà il nuovo Decreto di proroga dello stato d’emergenza: a quel punto, proprio in forza di quel Dl Covid rinnovato, il CdM avrà i poteri necessari per varare il nuovo Dpcm, sentite anche al meglio le Regioni per tutti gli ultimi nodi rimasti. Da ultimo, l’obbligo di mascherine all’aperto sarà mantenuto da subito e inserita nel Dl Covid in via di pubblicazione domani dopo il CdM programmato inizialmente per questa sera.
VOTO RISOLUZIONI SLITTA A DOMANI
Dopo le comunicazioni del Ministro della Salute Roberto Speranza al Senato, l’aula ha approvato con 138 Sì, 2 No e 12 astenuti la risoluzione presentata dal Governo Conte-2: è stata invece bocciata la risoluzione dell’opposizione con 108 voti favorevoli e 144 contrari. In merito al caos invece avvenuto alla Camera, tutto slitta a domani (e così con ogni probabilità anche il Consiglio dei Ministri previsto inizialmente per questa sera) per decisione del presidente di turno Ettore Rosato, sentiti i capigruppo di tutti i partiti in Parlamento: «Apprezzate le circostanze è tutto rinviato a domani», spiega Rosato dopo il mancato numero legale avvenuto a Montecitorio sulle risoluzioni dell’informativa Speranza. «Ma voi pensate davvero che il dialogo con l’opposizione debba servire solo a voi per garantire il numero legale, o volete un rapporto vero e ripristinare un metodo di confronto? Noi chiediamo che il premier Conte venga in quest’Aula. Noi vogliamo discutere con il presidente del Consiglio della proroga dello stato d’emergenza, la nostra è una richiesta di buon senso», attacca la capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini. Ancora più dura la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Questa maggioranza in frantumi dovrebbe gestire l’aumento dei contagi, le risorse del Recovery Fund, la stagione complessa che stiamo affrontando? Le cose andranno sempre peggio, come abbiamo ampiamente previsto da mesi».
CAOS CAMERA, MANCA NUMERO LEGALE
Mentre il Ministro della Salute si accingeva a ripetere l’informativa sul Dpcm anche al Senato (qui la sintesi del testo ufficiale, ndr) alla Camera si creava un piccolo “caso” politico che ha fatto decisamente sfigurare la stessa compagine di Governo: a Montecitorio è mancato infatti il numero legale nel voto alle Risoluzioni sulle comunicazioni del Ministro Speranza in merito alla gestione della pandemia Covid. Il presidente di turno Ettore Rosato (Italia Viva) ha annunciato di voler rinviare la seduta mentre il capogruppo Pd Emanuele Fiano ha ribadito «la mancanza del numero legale è un problema per la maggioranza che è dovuto ai deputati positivi. Chiedo di verificare se il numero degli assenti nella maggioranza abbia inficiato». Sono mancati all’appello 21 deputati dem in isolamento, 5 di Italia viva e uno di Leu: questo non toglie nulla all’effettività delle risoluzioni che restano comunque un dettaglio “informativo” su un decreto che verrà comunque firmato e approvato lo stesso dal Presidente del Consiglio (trattandosi di atto amministrativo permesso dal particolare stato di emergenza attualmente presente, ndr). Piccate le reazioni delle opposizioni, con il Centrodestra che passa all’attacco: «Alla maggioranza mancano 100 voti, non siete stati in grado di garantire il numero legale», spiega Lollobrigida di Fdi, con Matteo Salvini della Lega che attacca «Maggioranza allo sbando, litigiosa e assente, perfino quando si parla di virus». Per il deputato di Italia Viva Giachetti si tratta non di problema politico ma di mera «sciatteria»; nel frattempo, in serata è previsto il nuovo Cdm sulla proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio 2021, mentre domani – dopo l’incontro Stato-Regioni – verrà firmato il nuovo Dpcm 7 ottobre.
“OBBLIGO MASCHERINE ALL’APERTO”
«Siamo in cambio di fase, si ripristino le misure restrittive della fase precedente», così il Ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa alla Camera con cui viene spiegato e motivato l’utilizzo del nuovo Dpcm che dal 7 ottobre sarà attivo in tutta Italia. Dopo le discussioni nel Consiglio dei Ministri di ieri sera, nelle prossime ore – come conferma lo stesso Speranza – il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà un nuovo Decreto con misure più rigide per contrastare la pandemia: «nel nuovo Dpcm che verrà approvato domani sera, proveremo a confermare l’indirizzo del Governo le misure essenziali che ci hanno consentito di gestire la fase di convivenza con l’epidemia ma provando a rafforzarle». Le 3 regole fondamentali su cui si snoda il Dpcm sono l’utilizzo corretto delle mascherine («elemento essenziale per contrastare il Covid»), con l’obbligo anche all’aperto in tutta Italia; distanziamento sociale di almeno un metro e divieto di assembramento, norme che vanno rese più esecutive possibili «per questo lavoriamo a intensificare i controlli anche con l’utilizzo dell’Esercito»; lavaggio delle mani. Su queste tre regole è costruito il Dpcm con la piena condivisione della comunità scientifica non solo italiana ma globale: «non serve la politica, sono le norme per contrastare il virus, tutti devono rispettare queste norme per poter tenere la curva sotto controllo ed evitare problemi per il servizio sanitario nazionale». La novità di fondo della seconda ondata per il Governo è l’età mediana dei contagiati: «nella fase 1 l’età sfiorava i 70 anni, oggi è nettamente più bassa sui 41 anni. Una persona più giovane è molto più capace di resistere al Covid, per questo abbiamo meno ricoverati ma questo comunque non può farci stare tranquilli visto che ad agosto l’età mediana era sui 31 anni».
INFORMATIVA SPERANZA SUL NUOVO DPCM
Proseguendo il suo intervento alla Camera – verrà replicato nel pomeriggio anche al Senato – il Ministro Speranza illustra la situazione europea per inquadrare le decisioni prese dal Governo: «per l’Italia ha numeri più bassi rispetto ad altri Paesi Ue, ma la tendenza è quella di ritornare alla fase di massima cautela. Non siamo fuori dall’emergenza del Covid-19, come dimostrano i nostri partner più vicini in Europa: c’è una fase di peggioramento oggettivo e dentro a questa fase il nostro Paese sta meglio ma da 9 settimane ha tendenza di crescita dei numeri sul Covid». Nell’informativa al Parlamento, Speranza aggiunge «oggi non c’è più una dinamica di territorialità colpita dal coronavirus, oggi in tutta Italia. La sieroprevalenza della Lombardia a luglio era del 7%, tutte le altre Regioni del Sud erano insieme sotto l’1%: oggi non è più così, la crescita è diffusa, generalizzata e tocca tutti i territori risparmiati nella prima fase di emergenza. Nessuno oggi può sentirsi fuori dai rischi che tutto il Paese corre: per questo serve massima attenzione in ogni angolo del Paese». Ci sarà bisogno di ripristinare la massima condivisione tra Stato e Regioni oltre al dialogo in Parlamento in vista del nuovo Dpcm, ribadisce il titolare della Sanità nazionale «serve coordinamento centrale molto più forte rispetto agli ultimi mesi. L’Italia ha un piccolo vantaggio sugli altri Paesi Ue e lo dicono i numeri ma non può essere sprecato questa virtù che ci hanno donato i comportamenti degli italiani». Per tutti questi motivi il Premier Conte ha già annunciato lo slittamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, con Speranza che sottolinea «per noi è fondamentale mantenere l’impalcatura istituzionale che vede la Protezione Civile, il Commissario Arcuri, il ruolo del Cts, tutti al centro delle decisioni per l’emergenza Covid. Questa impalcatura pur nella difficoltà delle situazioni ha funzionato e ci ha consentito una maggiore rapidità d’intervento dinanzi alle emergenze che avevamo davanti».