Un cardiologo va a lavorare con i sintomi del Covid-19 e contagia i suoi pazienti. Potrebbe essere l’inizio di una barzelletta contrassegnata da un humour nero, ma in realtà è quanto accaduto ad un 65enne medico di Carpignano Salentino, in provincia di Lecce, che nonostante manifestasse da giorni i sintomi del coronavirus ha continuato ad esercitare la professione finendo per infettare almeno un anziano paziente nel corso di una visita. Come riportato da La Repubblica, il paziente si era recato lo scorso 16 luglio nello studio del cardiologo, situato nella frazione di Serrano, indossando precauzionalmente una mascherina FFP2. Stando al racconto dell’anziano, accompagnato dalla figlia, il medico non avrebbe provveduto né ad indossare i guanti, né ad igienizzarsi le mani. Tutto ciò nonostante gli evidenti sintomi di quello che poteva a prima vista apparire come un forte raffreddore, tali da portare il medico a confidare al paziente di “non godere di un ottimo stato di salute”.
CARDIOLOGO VA A LAVORO CON SINTOMI COVID E CONTAGIA ANZIANO
In effetti era già da alcuni giorni che il cardiologo accusava tra le altre cose febbre e problemi respiratori. Pur consapevole dei rischi, per sé e per i suoi pazienti, il medico aveva continuato a lavorare. Il risultato è stato che nel giro di qualche giorno il cardiologo è finito in ospedale a Galatina: aveva contratto il coronavirus. La figlia del paziente è stata informata con una telefonata dalle autorità competenti: l’intera famiglia è finita così in regime di sorveglianza domiciliare, senza contare la spesa di diverse centinaia di euro per essere sottoposti a tampone naso-faringeo. Il 28 luglio l’Asl ha comunicato la positività dell’anziano paziente, piombato anche in un profondo stato di ansia, mentre proprio in quei giorni venivano a galla notizie di altri pazienti contagiati dopo aver avuto contatti con il cardiologo. Ne è derivata la decisione di presentare denuncia per lesioni nei confronti del medico, così come riportato dagli avvocati Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile, corroborata dalla stessa condanna da parte dell’Asl, che ha stigmatizzato l’atteggiamento irresponsabile del camice bianco. Non è da escludere che nei prossimi giorni possano confluire in procura nuove denunce.