Poche settimane fa era divenuta la notizia del giorno per la violenza gratuita con la quale una coppia di gay fidanzati venne malmenata e aggredita per il solo fatto di passeggiare mano nella mano a Padova: ora però, al termine delle indagini preliminari condotte dal sostituto procuratore Sergio Dini, in collaborazione con i carabinieri, emerge una verità diversa da quanto era stata commentata e bollata l’odiosa aggressione di 5 ragazzi contro i coetanei omosessuali. Mattias e Marlon, la coppia di ragazzi padovani, avevano denunciato così sui social l’aggressione omofoba nei loro confronti: «Un attacco omofobo, partito da insulti e frasi di scherno per un bacio che ci siamo scambiati mentre passeggiavamo vicino a piazza delle Erbe. E per quel bacio noi e alcuni nostri amici siamo stati insultati, gettati a terra, presi a calci e pugni, ad un amico che si era messo in mezzo per difenderci è stato spaccato un bicchiere in testa, costringendolo a farsi soccorrere dell’ambulanza con il risultato di 5 punti di sutura». Dopo la chiusura delle indagini, raccontata oggi dal Gazzettino, emerge che per l’omofobia nulla c’entrerebbe con quella aggressione. La denuncia infatti resta ma senza l’aggravante “omofoba” discriminatoria prevista dalla Legge Mancino (che il Ddl Zan vorrebbe irrobustire e irrigidire).
OMOFOBIA A PADOVA? I FATTI E L’ACCUSA
Analizzati le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza e sentiti alcuni testimoni nel centro di Padova, gli inquirenti hanno ricostruito quel venerdì sera del 19 settembre: i 5 indagati e denunciati e il gruppo di Mattias e Marlon (loro due e un paio di altri amici) si erano già beccati più volte nel corso della serata con accuse reciproche dovute con ogni probabilità all’alcol bevuto a profusione da entrambi i gruppi. «I cinque denunciati non avrebbero mai insultato le vittime con epiteti di stampo omofobo. Il vero movente dell’aggressione sarebbe stato l’alcol: un po’ tutti alterati e la situazione è degenerata», riportano i colleghi del Gazzettino citando il fascicolo del sostituto procuratore di Padova. L’aggressione c’è stata e fortemente reale con un amico di Mattias colpito al capo da una bottigliata, mentre un altro è stato gettato a terra e lui riempito di pugni, ma nessuno dei cinque avrebbe agito spinto dall’odio nei confronti degli omosessuali: il futile motivo sarebbe avvenuto per il contendersi di una felpa indossata dalla ragazza tra i 5 indagati. I fumi dell’alcol hanno fatto il resto, ma non ci sarebbero stati secondo le immagini insulti omofobi; anzi, i 5 lamentano che la coppia omosessuale avrebbe urlato «siete dei fascisti di mer…». Le indagini sono solo all’inizio e servirà ulteriore approfondimento, ma intanto Mattias – no global e membro del centro sociale “Pedro” – non ci sta e attacca «È la dimostrazione che le istituzioni non ci difendono, per fortuna abbiamo sollevato il problema con una serie di manifestazioni e appuntamenti di piazza. È una versione incredibile – conclude il ragazzo – perchè dopo il bacio con il mio compagno per tre volte abbiamo cercato di allontanarli, fino a quando ci hanno pestato. Sono molto arrabbiato, chi indaga ha raccontato solo bugie».