Nella puntata de Le Iene, Nina Palmieri approfondisce il tema del Citrobacter, il batterio killer che a partire dalla fine del 2018 ha provocato la morte di quattro neonati all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona. Il professor Ercole Concia (Malattie Infettive Università di Verona) espone lucidamente il suo punto di vista in un’intervista a Nina Palmieri: “Le infezioni ospedaliere non sono un evento rarissimo ma non sempre è colpa dei medici, bisogna saper intervenire con gli strumenti giusti e in questo caso gli strumenti c’erano”, dice. Le Iene ascoltano le toccanti testimonianze di alcune mamme, i cui bambini sono stati colpiti dal batterio letalmente. Un batterio che a quanto emerge dalle indagini delle commissioni nominate dalla Regione Veneto, si “nascondeva” in un rubinetto adoperato dal personale e sarebbe stato poi rinvenuto su alcuni biberon. Nel servizio de Le Iene, Nina Palmieri rincorre il dottor Biban, primario del reparto coinvolto, per chiedere spiegazioni. Lui non gradisce la sua visita ed elude le telecamere delle Iene. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
CITROBACTER, LE INDAGINI DE LE IENE
La trasmissione Le Iene indaga sull’epidemia di Citrobacter, il batterio killer che a partire dalla fine del 2018 ha provocato la morte di quattro neonati all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona. Nina Palmieri ha approfondito la terribile vicenda sentendo le mamme di alcuni dei bambini colpiti dal batterio in un servizio che sarà trasmesso nella puntata di oggi della trasmissione di Italia 1. Dalla fine del 2018, il Citrobacter ha ucciso 4 neonati portando alla chiusura temporanea del reparto di terapia intensiva neonatale della struttura veneta. Si scoprì che il batterio si annidava in un rubinetto usato dal personale ed è stato rinvenuto anche su alcuni biberon stando a quanto emerso dai risultati delle indagini condotte da una delle due commissioni nominate dalla Regioni Veneto. Ci sono voluti ben 18 mesi e la caparbietà di una mamma per scoprire la verità sulle morti silenziose dei neonati e solo dopo un anno e mezzo di verifiche per portare alla scoperta del Citrobacter. Oggi la speranza è che tragedie come quella avvenuta a Verona possano non verificarsi più nel resto del Paese. Le carenze igieniche e soprattutto la sottostima del problema ed i protocolli di sicurezza non rispettati sarebbero state alla base del problema come concluso dalle due commissioni nominate dalla Regione Veneto per far luce sul fenomeno. “Gli attori coinvolti in questa tragedia sono tanti e credo che verranno fuori ancora altre cose”: così Francesca Frezza, mamma della piccola Nina, una delle vittime, ha commentato ai microfoni de Le Iene.
CITROBACTER A VERONA, BATTERI KILLER A VERONA
Il Citrobacter è un batterio gram-negativo appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Isolate per la prima volta nel 1932, le specie di Citrobacter possono trovarsi nelle acque, nei suoli e nei cibi contaminati. Nel caso di Verona, come rammenta Gravidanzaonline.it, pare che l’errore sia da ricercarsi nell’acqua del rubinetto usata al posto di quella sterile. Le piccole vittime del Citrobacter sono Leonardo, morto alla fine del 2018, Nina, nel novembre 2019, e poi Tommaso e Alice, rispettivamente lo scorso marzo ed agosto. Altri nove neonati avrebbero invece riportato gravi danni tra cui lesioni cerebrali permanenti, e altri 96 sarebbero stati colpiti dal batterio. A permettere di arrivare a una conclusione è stata la perseveranza della madre di Nina, Francesca Frezza, la stessa donna intervistata da Le Iene e che come spiega lo stesso portale ha dichiarato: “Nina ha subito accanimento terapeutico. Ci è stato negato di avere accesso alla legge 219, non è mai stata attuata una programmazione condivisa di cura, nonostante la prognosi infausta che confermava l’irreversibilità della malattia e la non aspettativa di vita. Le è stata negata la terapia del dolore tramite le cure palliative”. La piccola è poi stata trasferita al Gaslini di Genova dove ha potuto godere fino all’ultimo dell’amore della sua famiglia. “Ho voluto raccontare la mia vicenda non per avere giustizia, in questo confido pienamente nella procura di Verona, ho chiesto ascolto affinché da questa tragedia avvenga il cambiamento, perché non succeda più e per lanciare un messaggio che in Italia le cure palliative esistono e tutti i bimbi malati e inguaribili sono un bene prezioso della società, vanno tutelati e rispettati come persone e come individui”, ha spiegato la madre.
“Credo che verranno fuori ancora altre cose”. Francesca ha denunciato l’ospedale di Verona: sua figlia è morta a 7 mesi per il Citrobacter. Stasera dalle 21.10 su Italia1, @GiovannaNinaPal ci racconta il dramma di alcune mamme che in pochi mesi hanno visto morire i loro bambini pic.twitter.com/zesT4cil3l
— Le Iene (@redazioneiene) October 8, 2020