Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di Anton Wilhelm Amo e lo facciamo grazie alle parole dell’artista Diana Ejaita, che ha firmato l’illustrazione per il doodle di Google. «Un paio di mesi fa ho sentito la notizia che una delle strade di Berlino sarebbe stata ufficialmente intitolata a un filosofo ghanese che fu il primo studente africano e professore di un’università in Germania», ha raccontato la giovane artista: «Sono molto onorata ed entusiasta di vedere la storia connettersi con la nostra vita quotidiana per darci speranza per il futuro». «Celebrare Anton Wilhelm è importante perché so come i movimenti e gli attivisti spesso lottano per ricevere il riconoscimento nella nostra storia riguardo ai loro contributi alla Germania. Ero entusiasta di avere la possibilità di aggiungere le mie capacità e contribuire a raccontare queste storie», ha aggiunto Diana Ejaita: «Vorrei che le persone capissero che le cose sono più complesse di quanto il sistema spesso ritrae. Siamo molto più connessi e simili di quanto pensiamo e tutti abbiamo regali e sorprese da offrirci a vicenda, indipendentemente dal nostro background». (Aggiornamento di MB)
IL RITORNO NEL GHANA, FORZATO DAI DETRATTORI
Gli ultimi anni di vita di Anton Wilhelm Amo sono stati drammatici e per certi versi misteriosi. Le cose per lui iniziarono a precipitare in particolare nel 1740, quando ottene la cattedra di filosofia presso l’università di Jena, in Germania. Senza il suo “protettore”, il duca di Brunswick-Lüneburg, morto 5 anni prima, venne preso di mira dal successore del duca, che si oppose ai diritti degli africani in Europa. Anton Wilhelm Amo venne così preso di mira e denigrato, ed esasperato, decise di lasciare il Vecchio Continente per fare ritorno in Ghana, la sua terra d’origine, dove vivevano ancora il padre e una sorella. E così Anton Wilhelm Amo salì su una nave della Compagnia olandese delle Indie occidentali, e raggiunse il Ghana nel 1747. A quel punto non si sa bene come prosegue la sua storia, visto che, stando ad alcune fonti, sarebbe stato portato alla fortezza olandese di Fort San Sebastian a Shama, per evitare che potesse dare sfogo ai torti subiti in patria. Non è chiaro nemmeno il luogo e la data della sua morte, anche se le informazioni più accreditate parlano di Chama nel 1759. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANTON WILHELM AMO CHI È? A BERLINO C’È UNA VIA COL SUO NOME DALLO SCORSO AGOSTO
Dallo scorso mese di agosto la città di Berlino ha dedicato una via ad Anton Wilhelm Amo, il filosofo nero festeggiato quest’oggi da Google con uno speciale Doodle. La strada dedicata ad Anton Wilhelm Amo è andata a sostituire “Mohrenstraße”, che tradotto in italiano significa “Strada dei Mori”, un nome che aveva un’accezione ritenuta razzista. Una decisione che è giunta dopo anni di proteste da parte degli attivisti, ma anche di storici ed etnologi, e che è stata ovviamente accolta in maniera benevola dagli stessi: “Berlino sta facendo la storia – le parole dell’associazione Berlin Postkolonial in un comunicato pubblicato subito dopo il cambio di denominazione, ad agosto 2020 – accogliamo con favore questa decisione come un segnale visibile a livello internazionale contro il razzismo nella sfera pubblica”. L’iniziativa di ribattezzare Mohrenstraße in via Anton Wilhelm Amo, come fa sapere il Guardian, è partita in particolare dall’associazione Decolonize Berlin. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANTON WILHELM AMO, CHI É? IL PRIMO STUDENTE AFRICANO DI UN’UNIVERSITÀ EUROPEA
Vi abbiamo raccontato la storia di Anton Wilhelm Amo, filosofo ghanese naturalizzato tedesco che oggi è protagonista del Doodle di Google, e adesso andiamo a conoscere meglio le sue opere. Sono quattro in tutto gli scritti che sono stati ereditati: Dissertatio inauguralis de iure maurorum in Europa (1729) Dissertatio inauguralis de humanae mentis apatheia, Wittenberg, (1734), Disputatio philosophica continens ideam distinctam eorum quae competunt vel menti vel corpori nostro vivo et organico, Wittenberg, (1734), Tractatus de arte sobrie et accurate philosophandi, (1738). Il primo studente nero in un’università europea ha elaborato un pensiero legato ad un forte materialismo, opposto al dualismo cartesiano in voga ai tempi. Anton Wilhelm Amo accettava che si potesse parlare di mente e di spirito, ma a suo avviso è più il corpo che la mente a percepire i sentimenti. Questo un breve passaggio di un suo scritto: «Qualsiasi cosa sia in grado di percepire, vive; qualsiasi cosa viva, dipende dal nutrimento; qualsiasi cosa viva e dipenda dal nutrimento, cresce; qualsiasi cosa sia di tale natura si risolve con principi base; qualsiasi cosa si risolva per principi base è complessa; ogni complesso ha delle parti costituenti; tutto ciò che è vero è costituito da un corpo divisibile. È per questo che la mente umana percepisce e segue un corpo divisibile. (Sull’ Ἀπάθεια (Apatheia) della mente umana, 2.1)». (Aggiornamento di MB)
CHI É ANTON WILHELM AMO?
Sono trascorsi esattamente 290 da quanto Anton Wilhelm Amo ottenne all’università di Wittenberg l’equivalente di un dottorato in filosofia e la sua storia ha colpito veramente tutti. Ma chi è il nativo di Axim, celebrato dal doodle di Google di oggi, sabato 10 ottobre 2020? Wilhelm Amo è stato un filosofo ghanese naturalizzato tedesco e le sue opere sono state fortemente rivalutate nel corso del XXI secolo, come spesso capita a molti pensatori. Appartenente alla tribù degli Nzema, Anton Wilhelm Amo lasciò l’Africa all’età di quattro anni e fu condotto ad Amsterdam dagli uomini della Compagnia olandese delle Indie occidentali. Non è mai stato chiarito se fu preso come schiavo o se inviato in Olanda su interessamento di un predicatore, ciò che è certo è che il ghanese fu “dato in regalo” al duca Antonio Ulrico di Brunswick-Wolfenbüttel, e fu portato nel palazzo di famiglia a Wolfenbüttel. Da quel momento iniziò il suo percorso di studi, che lo portò a studiare alla Wolfenbüttel Ritter-Akademie (1717–21) e all’Università di Helmstedt (1721–27), ma non solo…
ANTON WILHELM AMO, LA CARRIERA FILOSOFICA
Dopo aver studiato alla Wolfenbüttel Ritter-Akademie e all’università di Helmstedt, Anton Wilhelm Amo studiò legge all’università di Halle e, terminati gli studi preliminari, si spostò all’Università di Wittenberg dove studiò logica, metafisica, fisiologia, astronomia, storia, legge, teologia, politica e medicina, imparando anche sei lingue: inglese, francese, olandese, latino, greco e tedesco. Poliglotta e ricco di conoscenze, Anton Wilhelm Amo nel 1734 divenne dottore in filosofia grazie ad una tesi nella quale si oppose all’idea del dualismo cartesiano in favore di un materialismo più pregnante. Da quel momento in poi iniziò la sua carriera filosofica con il nome di Antonius Guilelmus Amo Afer: professore all’Università di Halle, Anton Wilhelm Amo nel 1738 pubblicò una delle sue opere più conosciute, ovvero Trattato sull’arte della filosofia sobria ed accurata.
ANTON WILHELM AMO, GLI ULTIMI ANNI DI VITA
Terminata la parentesi all’università di Halle, Anton Wilhelm Amo divenne professore di filosofia all’Università di Jena, ma per il ghanese naturalizzato tedesco le cose iniziarono a farsi difficili. La morte del duca di Brunswick-Lüneburg, suo protettore e patrono, cambiò le carte in tavola, considerando che il suo successore adottò una politica meno liberale, opponendosi anche ai diritti degli africani in Europa. Da quel momento in poi, Anton Wilhelm Amo finì nel mirino dei suoi avversari, che gli dedicarono addirittura un’opera satirica andata in scena al teatro di Halle. Stanco e sfinito, il filosofo decise di fare ritorno in madrepatria e salpò a bordo di una nave della Compagnia olandese delle Indie occidentali diretto verso il Ghana, dove giunse nel 1747. Dei suoi ultimi anni di vita si sa poco, pochissimo,basti pensare che sono ancora sconosciuti data e luogo della morte…