Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, non fa più parte della Commissione cardinalizia di controllo sullo Ior. Un’estromissione di difficile interpretazione, arrivata in un momento oltremodo delicato per la Santa Sede, alle prese con il caso Becciu, e che il Vaticano è sembrato voler in tutti i modi far passare in sordina per non alimentare ricostruzioni dannose per la stabilità della Chiesa. Ne è la prova il fatto che la notizia della mancata conferma del cardinale Parolin, che era stata pubblicata sul sito dello Ior, non è stata diffusa dal Vaticano, ma nella tarda serata di ieri dal quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire. Come riportato da “Il Messaggero“, dal Vaticano non è arrivato alcun commento ufficiale, ma si fa filtrare che si tratta di un normale avvicendamento. Eppure, nel chirografo papale dell’anno scorso, si precisa che i cinque cardinali che fanno parte della commissione cardinalizia di controllo sullo Ior sono in carica per cinque anni e confermabili per un successivo mandato. Parolin, nominato il 16 dicembre 2013, non ha dunque concluso i due quinquenni di mandato normalmente previsti. Perché questa scelta? E come mai proprio a ridosso dello scandalo dell’immobile di Londra e della faida tra Ior e Segreteria di Stato per il controllo dei fondi riservati del Papa?
PIETRO PAROLIN FUORI DALLA COMMISSIONE SULLO IOR
A rimpiazzare Pietro Parolin sarà il cardinale italiano Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila. Questi, secondo il solitamente ben informato periodico spagnolo “Religion Digital” potrebbe essere indicato come prossimo Segretario di Stato proprio in sostituzione dello stesso Parolin. Come detto, a lasciare particolarmente perplessi, è in particolare la tempistica della mossa vaticana, giunta tre giorni prima della “destituzione” del cardinale Angelo Becciu. Oltre a Parolin, non sono stati riconfermati nella Commissione altri due cardinali, rimpiazzati dal filippino Luis Antonio Gokim Tagle, 63 anni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e considerato il “delfino” di Francesco, nonché il polacco Konrad Krajewski, 56 anni, elemosiniere apostolico. Come riportato da Il Messaggero, compito della Commissione cardinaliza di controllo sullo Ior è quello di vigilare sulla fedeltà dell’Istituto alle norme statutarie. L’organismo inoltre nomina e revoca i membri del Consiglio di sovrintendenza e, su proposta di quest’ultimo, i relativi presidente e vicepresidente. Alle sue competenze bisogna aggiungere il diritto di nomina e revoca del direttore e del vice direttore fatta dal Consiglio di sovrintendenza, nonché la verifica con cadenza almeno annuale che i membri del Consiglio e della direzione siano in possesso dei “requisiti di competenza e onorabilità prescritti dalla legge e dettagliati nel regolamento e non versino in condizioni di conflitto di interessi né siano interessati da altri impedimenti“.