I contagi dovuti alla pandemia da Covid-19 stanno aumentando quotidianamente, ma, nonostante questa preoccupante dinamica, i mercati finanziari internazionali hanno archiviato la loro performance settimanale in territorio positivo. I benchmark rappresentativi delle principali asset class (equity, bond e commodities) hanno realizzato importanti rialzi in un contesto di riduzione della volatilità (rappresentata dall’indice Vix) che, al termine di ottava, ha ripiegato dai massimi weekly in corrispondenza di area 30 punti agli attuali 25.
Come già argomentato, l’andamento correlato tra le diverse tipologie di investimento nasconde generalmente un successivo movimento direzionale a favore di una sola delle tre opportunità di investimento che, al momento, sembra essere quella di natura maggiormente a rischio ovvero la componente azionaria.
Quest’ultima, se paragonata alle ultime sedute dello stesso Vix, vede un proprio andamento caratterizzato da una correlazione inversa rispetto a questo cosiddetto “indice della paura” ovvero: a un ribasso di tale sottostante corrisponde un rialzo della quota azionaria (rif. MSCI World Usd) e viceversa.
Nella fattispecie, nei giorni scorsi, si sono potuti osservare nuovi minimi registrati dal primo (24,03 punti) e conseguenti nuovi massimi di breve termine sul benchmark equity che, avendo oltrepassato l’individuata resistenza dinamica posta a 2.408,79, sembra orientato al raggiungimento del primo target rialzista mensile (2.484,78 punti). Quest’ultima ipotesi potrà sicuramente concretizzarsi in occasione della violazione del supporto statico posto a quota 24,60 punti da parte del Vix che, attualmente, vedo margini di rialzo solo in occasione di un ritorno oltre area 28,05. Rimanendo sull’indice MSCI World, appare fondamentale la tenuta del supporto a 2.403,50 che, se oltrepassato, comporterebbe un generale indebolimento dell’intero scenario tecnico e algoritmico in ottica di brevissimo periodo.
Qualora lo scenario delineato (Vix in ribasso e mercato azionario in rialzo) fosse confermato dagli stessi prezzi, l’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) potrebbe subire una battuta d’arresto che, se confermata, favorirebbe una prima potenziale flessione dello stesso indice a livelli inferiori ad area 602,80 per poi realizzare nuovi ribassi oltre la soglia psicologica dei 600 punti.
A supporto di questa ipotesi, e osservando specificatamente l’indice JPM GBI Gl. Usd, si può constatare la delicata fase che il benchmark obbligazionario sta attraversando. Come già individuato, dallo scorso agosto, i prezzi sono delimitati in un trading range che, in base alle recenti metriche, non sembra favorire un’imminente progressione rialzista: la violazione dell’indicato supporto a 601,35 punti potrebbe avvenire nel corso delle prossime sedute (entro otto giornate lavorative) con significativi downside complessivi (su base weekly) superiori all’unità percentuale. Sulla base di queste considerazioni, la componente del portafoglio destinata all’asset class obbligazionaria viene pertanto detenuta in liquidità anche perché supportata dalla recente discesa sul decennale Usa: la violazione di area 139 (da noi attesa) ha contribuito al conseguimento del primo obiettivo ribassista per poi continuare (minimo settimanale a 138,64) a ridosso del secondo target monthly (138,57); da quest’ultimo livello è atteso un rimbalzo, ma di circoscritta entità e comunque non esteso oltre la precedente soglia dei 139 punti.
Sulle commodities, come auspicato, il petrolio (rif. WTI) ha caratterizzato la performance settimanale dell’intera asset class con un significativo incremento dei prezzi: dagli iniziali 37 (minimo weekly) agli attuali 41,47 dollari. Nonostante l’aver intuito il possibile movimento rialzista, il nostro posizionamento non è avvenuto per pochi decimali (price entry individuato a 36,35 dollari) e – in ottica long – rimaniamo in attesa di un ritorno in prossimità di soglia 39,73 dollari per meglio valutare un potenziale ingresso. Sempre in ambito commodities, ma spostando l’interesse sul comparto “metalli preziosi”, il lingotto presenta una prima strutturazione per un possibile rialzo di brevissimo termine con un upside circoscrivibile a un +2,76%.
Sul forex rimane confermato il precedente outlook sul rapporto Gbp/Usd, ma, rispetto all’obiettivo individuato in precedenza (oltre 1,32), il target viene rivisto in prossimità di area 1,3132.
Nel corso di questa settimana si potranno delineare maggiormente gli scenari sul versante delle tradizionali asset class. Particolare attenzione alla componente obbligazionaria: una sua prima discesa potrebbe essere il preludio a una successiva e maggiore flessione la cui entità, vogliamo sottolinearlo, potrebbe non limitarsi al punto percentuale.