Il Governo ha ribadito più volte la sua contrarietà al lockdown nazionale, ma non lo esclude a priori come misura di intervento. E infatti c’è uno scenario preciso in cui potrebbe scattare. È quanto emerge da un documento ufficiale del Ministero della Salute, in cui sono indicate le simulazioni della traiettoria che potrebbe seguire la pandemia di coronavirus con le contromisure previste per ogni scenario. Rispetto alle indiscrezioni emerse negli ultimi giorni, gli scenari – secondo quanto riportato da Domani – sarebbero quattro ed è proprio l’ultimo che prevede il lockdown come lo abbiamo conosciuto nella fase più acuta dell’emergenza. Il primo, lo scenario 1, è quello con una situazione di trasmissione localizzata, quindi con indici Rt regionali sopra la soglia ma per periodi limitati e a bassa incidenza, un impatto modesto delle scuole sulla trasmissibilità e contenimento dei focolai. In questo caso si prevedono isolamenti dei casi, quarantena dei contatti e precauzioni standard. Non si escludono interventi in singole istituzioni, come scuole, o aree geografiche limitate. È praticamente lo scenario di “partenza”.
DOCUMENTO MINISTERO: SCENARI E MISURE
Lo scenario 2 è quello in cui ci troviamo ora, con indice Rt tra 1 e 1,25. La trasmissibilità del coronavirus è diffusa e c’è il rischio di non contenere tutti i focolai. In questa fase si potrebbe osservare una riduzione della percentuale di casi asintomatici individuati rispetto al totale a causa dell’impossibilità di svolgere le indagini epidemiologiche. In questo caso c’è anche un aumento dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva. La crescita dei casi potrebbe essere lenta e non comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi. In questo caso il Governo può optare per la chiusura dei locali, inizialmente solo in orari specifici, e per la chiusura delle scuole, ma in modo incrementale, quindi in base a ordine e su base geografica. Può anche introdurre limitazioni alla mobilità da/per zone ad alta trasmissione, promuovere lo smart working e introdurre restrizioni locali, quindi zone rosse, per almeno 3 settimane con monitoraggio attento. In effetti, è la situazione in cui ci troviamo ora, visto che sono grosso modo le misure verso cui è orientato il Governo per il nuovo Dpcm.
SCENARIO 4, QUANDO SCATTA LOCKDOWN NAZIONALE
Lo scenario 3 è quello in cui rischiamo di finire se non si riesce a contenere la diffusione dell’epidemia di coronavirus e i contagi saliranno ancora e di molto. In questo caso la trasmissibilità sostenuta e c’è il rischio che il sistema sanitario non regga nel medio periodo. Gli indici regionali Rt sono tra 1,25 e 1,5, pertanto potrebbero esserci lockdown locali per 3 o più settimane, interruzioni di attività sociali, culturali e sportive a maggior rischio di assembramento, interruzione di alcune attività produttive con particolari situazioni di rischio e restrizioni della mobilità interregionale ed intraregionale. Il terzo scenario prevede come misure anche la sospensione di alcune tipologie di insegnamenti che presentano condizioni di rischio più elevato, lezioni scaglionate o chiusura delle scuole. L’ultimo, lo scenario 4 è quello da scongiurare assolutamente. Gli indici Rt regionali sono oltre 1,5 e si configurerebbe un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi. Ed è a questo punto che potrebbe scattare un lockdown nazionale con estensione e durata da definirsi a seconda della situazione epidemiologica.