Che sconvolgimento: quanto è grande lo sconforto dentro la richiesta di una dose di eroina quale regalo per il 18esimo compleanno di una ragazza? Cosa e perché tanto dolore, tanta disperazione, tanta malcelata vendicatività?
Partecipiamo, accogliamo il grido di aiuto che proviene da questa ennesima tragedia della droga. Non rassegniamoci, non abituiamoci, invece guardiamo in faccia tanto assurdo inspiegabile male: ribelliamoci! Insorgiamo!
Non diremo mai abbastanza e troppo di fare di più e meglio contro la droga, contro questo inarrestabile fiume di sostanze che, indisturbato e incontrastato, spande i suoi veleni lungo le strade dei nostri paesi e delle nostre città. Perché silenziosamente accettiamo e, difatti, giustifichiamo che intere fasce del mondo giovanile, che larghi strati anche di adolescenti e pre-adolescenti possano accedere e ricorrere a siffatte esperienze.
Un tempo si doveva parlare di disinformazione circa l’uso e l’abuso di sostanze; ora, forse, è più opportuno parlare di voluto e colpevole disimpegno, di assenza di un qualsivoglia giudizio intorno alla questione.
Diciamo anche che è vero che molti ragazzi si drogano e stanno male; ma moltissimi altri non si drogano, ma stanno male lo stesso.
Infine, occorre sottolineare che, insieme al grande dolore, allo sconfinato grido, alla tremenda accusa che gesti di questo genere comportano, vi è in essi sempre anche il bisogno di un voluto e cercato rischio, di una ambita vertigine, di una desiderata temerarietà. Sì, c’è tanta temerarietà nel cuore dei giovani, ma essa va guardata, compresa, nominata, aiutata, accompagnata e indirizzata alla vita… Va gridata alla vita, al giorno, non alla notte, non all’oscurità, non all’ignoto; va lanciata in alto, in alto, lontano, lontano (non va gridata al tuo fidanzato che è giovane e poverello come te, inevitabilmente lui ti può dare poco o niente).
Per ogni ragazzo, sempre, immancabilmente, ci vuole un adulto che quel grido ha già avuto nel suo cuore e che lo ha saputo convogliare verso porti belli, buoni, affascinanti.