Se i pazienti covid dovessero aumentare in maniera esponenziale, gli ospedali italiani reggeranno solamente per due mesi. A lanciare l’allarme è Carlo Palermo, segretario dell’Anaao-Assomed, il sindacato più grande dei medici ospedalieri italiani. Continuando di questo passo, i nosocomi del Belpaese “potranno reggere almeno per 5 mesi e al momento la situazione è gestibile”, spiega Palermo che poi aggiunge, che se i casi dovessero crescere sulla falsa riga di quanto sta accadendo in Francia “allora il sistema ospedaliero avrebbe una tenuta di non oltre 2 mesi”. Allo stato attuale il numero di contagi giornalieri è di circa 5.000 al giorno, ma se nel giro di pochi giorni dovessero raddoppiare a 10.000, “si rischia il crollo della prima trincea ospedaliera anti-Covid, perché gli ospedali non sono pronti a far fronte ad un’epidemia esponenziale”.
COVID, ALLARME ANAAO: “SI INIZIANO A REGISTRARE CRITICITA’”
“Già ora – ha ‘denunciato’ il segretario Anaao-Assomed – si iniziano a registrare delle criticità, a partire dal personale sanitario carente e dalle strutture che non sempre garantiscono percorsi differenziati”. Stando all’ultimo bollettino emesso dal ministero della salute, al momento i pazienti di covid-19 ricoverati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali italiani sono in totale 452, contro i 420 di 48 ore fa. Nel Belpaese sono 6.529 i letti di rianimazione disponibili, sugli 8.732 previsti in partenza dal governo, ricorda Fanpage. Inoltre, stando a quanto calcolato dal Corriere della Sera, su 100 posti di terapia intensiva, sette sarebbero occupati da malati positivi al coronavirus (il 7%). Al momento la regione più a rischio è la Valle d’Aosta, dove il trenta per cento dei posti letto in rianimazione è al momento occupato, seguita dalla Campania con il 18.2%, e dalla Sardegna con il 16%. Nelle ultime settimane sta aumentando la pressione anche sugli ospedali della regione Emilia Romagna, dove al momento vi sono 25 persone in terapia intensiva, più che raddoppiati negli ultimi giorni.