Anche il Comitato tecnico scientifico (Cts) è contrario al limite degli ospiti in casa e le feste private. Nel nuovo Dpcm non è stato inserito alcun divieto in questo senso, si parla infatti di forte “raccomandazione”. Ma non è un caso. Non è passata, infatti, la linea dura di Roberto Speranza e Dario Franceschini. Il primo tra i contrari è stato il premier Giuseppe Conte, seguito da alcuni esponenti dei partiti di maggioranza come Italia Viva. Il retroscena è stato riportato da La Verità, secondo cui l’alt era arrivato pure dal Quirinale. Il Colle avrebbe fatto notare al Governo che un divieto del genere avrebbe conflitto con gli articoli 12 e 42 della Costituzione. Senza contare l’aspetto pratico: per perquisizioni, ispezioni e sequestri serve il mandato di un giudice, non la chiamata al 112 di un vicino. Ma sulla scelta di invitare a limitare gli ingressi a casa è risultato critico anche il Cts, che ha fornito al Governo il suo parere prima della firma del Dpcm. Ha comunicato che non c’è alcuna “evidenza scientifica” riguardo al fatto che così si possano limitare i contagi.
CTS CONTRARIO AL LIMITE OSPITI A CASA E FESTE PRIVATE
Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha quindi “preso atto” della scelta del Governo di inserire questa raccomandazione nel nuovo Dpcm, ma non l’ha condivisa. In conferenza stampa, comunque, il premier Giuseppe Conte è entrato nel merito della questione controlli, che tanto aveva fatto discutere: “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, però dobbiamo assumere comportamenti prudenti per gestire la fase”. Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, si è concentrato su un altro aspetto di questa vicenda. “Perché sette parenti sono sconsigliati se pranzano la domenica nel tinello insieme ai nonni o ai fratelli e 30 invece sono accettabili se si ritrovano al ristorante? Forse in trattoria il virus circola meno mentre in salotto viaggia a doppia velocità?”, ha scritto sulle colonne del giornale che dirige. In effetti, la questione può essere vista da un punto di vista differente. È anche una questione di spazi, quelli che mancano all’interno dei mezzi pubblici sovraffollati, ad esempio.