Nel corso della pandemia di coronavirus vi abbiamo raccontato storie più o meno assurde, ma forse mai quanto accaduto negli scorsi giorni negli Stati Uniti, dove un gruppo di studenti ha deciso di infettarsi volontariamente di covid per poter vendere il proprio plasma iperimmune. Come riferisce l’edizione online di Fanpage la vicenda si è verificata di preciso presso la Brigham Young University, nello stato dell’Idaho, e l’accusa nei confronti dei ragazzi è giunta dallo stesso ateneo, che attraverso una dichiarazione ufficiale ha fatto sapere di aver aperto un’indagine per vederci chiaro, e che ha intenzione di sospendere gli studenti che sono al momento coinvolti in questo scandalo. “La BYU-Idaho – si legge sul comunicato della facoltà americana – è profondamente turbata dai racconti di individui che hanno intenzionalmente esposto se stessi o loro congiunti alla COVID-19 con la speranza di contrarre la malattia e di essere pagati per il plasma che contiene anticorpi COVID-19″.
COVID PER VENDERE IL PLASMA IPERIMMUNE: FINO A 200 DOLLARI
La stessa Brigham Young University ha proseguito facendo sapere: “L‘università condanna questo comportamento e sta cercando attivamente prove di questa condotta nel nostro corpo studentesco”. La questione avrebbe raggiunto dimensioni impressionanti al punto che, come si legge sempre su Fanpage, sarebbero ben 109 gli studenti della stessa BYU risultati essere positivi al coronavirus. I media americani hanno puntato il dito contro alcune aziende che si occupano di plasma iperimmune, come ad esempio la Grifolf Biomat Usa Rexburg, che sul proprio sito web incoraggerebbe chi ha il covid-19 ad effettuare appunto donazioni di plasma che contiene i preziosi anticorpi Sars-Cov-2: in cambio della donazione viene effettuato un pagamento di 100 dollari. Ma la Grifolf non è l’unica società che ha messo in moto questa compravendita, in quanto esistono anche aziende che pagano 50 dollari per una donazione mensile con importi in aumento, mentre il BioLife Plasma Services di Ammon arriva addirittura a 200 dollari per ogni seduta. “Non è mai necessario – ha concluso la scuola – ricorrere a comportamenti che mettono in pericolo la salute o la sicurezza per sbarcare il lunario”.