Secondo quanto abbiamo appreso, nelle prossime ore la Regione Lombardia dovrebbe emanare una nuova ordinanza “ponte” che estenderebbe quasi completamente la precedente (in scadenza proprio oggi 15 ottobre) fino a lunedì prossimo in attesa di comprendere quali importanti nuove misure dovrebbero essere decise nel weekend in arrivo: prende forma intanto il pacchetto delle restrizioni in arrivo, a partire da quanto avevamo già anticipato, ovvero diversificazione degli orari a scuola, ipotesi minore presenza sui mezzi pubblici (verso il 50% con variazioni nelle ore di punta) e apertura delle università solo alle matricole del primo anno. In più, secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, la Regione Lombardia nell’incontro di domani con il Cts valuta la stretta sugli ingressi nelle Rsa (niente visite parenti) e riduzione presenza sugli spalti nei palazzetti con meno di 700 spettatori come invece previsto fino ad oggi. Al momento il tema molto delicato dei trasporti rimarrà comunque fuori dalla nuova ordinanza in vista di un accordo più strutturato con le altre Regioni e il Governo centrale. Il sindaco Beppe Sala a margine del vertice con i virologi in Comune a Milano ha spiegato che al momento non si prepara un lockdown locale «non prevediamo interventi radicali, però bisogna prenderli in fretta per prevenire eventuali peggioramenti nelle prossime settimane».
VERTICE A MILANO TRA SINDACO SALA E I VIROLOGI
Mentre la Regione Lombardia si prepara domani a ricevere le indicazioni del Cts regionale in merito alle possibili misure da mettere in campo per ridurre ulteriormente la salita di contagi e ospedalizzazioni, a Milano è in corso un vertice d’urgenza con il Sindaco Beppe Sala, la sua vice Anna Scavuzzo (responsabile anche della gestione sicurezza), il prefetto Saccone e un mini-team di virologi e scienziati per poter fare il punto necessario sui possibili interventi nell’area metropolitana più colpita di Lombardia. Presenti tra gli altri, l’infettivologo del Sacco Massimo Galli, l’epidemiologo del Galeazzi Fabrizio Pregliasco e il medico-statistico Lavecchia: nel pomeriggio sarà lo stesso sindaco di Milano a rendere eventualmente note le novità emerse dal vertice, in particolar modo le possibili regole da aggiungere eventualmente al Dpcm e alla potenziale prossima ordinanza di Regione Lombardia. «A Milano la situazione è critica: abbiamo pochissimo tempo per intervenire e invertire la tendenza» , spiegava solo stamattina il professor Galli valutando in 15 giorni di tempo totali, «lockdown posso temerlo e bisogna immaginarlo e pianificarlo, prendere interventi minori e avere soprattutto capacità di ridurre tutto ciò che è un contatto inutile, che in questo periodo va davvero posposto a periodi migliori». Il Governatore Fontana in vista delle possibili nuove misure aggiunge rispetto a quanto ribadito stamane a Sky, «L’unica cosa sulla quale ci stiamo concentrando è il trasporto pubblico locale per cercare di ridurre la frequentazione nei momenti di picco, almeno differenziando gli orari dell’inizio delle scuole».
DOMANI NUOVA ORDINANZA COVID?
Tra domani e il weekend la Regione Lombardia dovrà prendere una decisione riguardo a possibili ulteriori misure restrittive da aggiungere al già “stringente” Dpcm del 13 ottobre: il motivo è semplice e riguarda la risalita dei contagi nell’ultima settimana, con le ospedalizzazioni che hanno ripreso vorticosamente ad aumentare soprattutto nelle province meno colpite dalla prima ondata (Milano su tutte, poi Monza, Pavia e Varese). Per questo motivo martedì la riunione del Cts Lombardia aveva iniziato a lanciare l’ipotesi di possibili misure più stringenti dopo l’uscita del Decreto del Presidente Conte che infatti non aveva soddisfatto le richieste di Fontana (ma anche degli altri Governatori Zaia e Bonaccini) specie sul tema trasporti e scuola. Poi gli ultimi due bollettini Covid hanno aumentato i riflettori attorno alla Lombardia, con la soglia dei 1000 contagi giornalieri sfocata martedì e ieri addirittura raggiunta quota 1800, con la sola area di Milano che vede risalire di mille casi in sole 24 ore. È stata così convocata d’urgenza per domani una nuova riunione del Cts lombardo nel quale assieme ai vertici della Regione e con informazione al Ministero della Salute potrebbero essere discusse le nuove misure da applicare a partire dalla prossima settimana: dopo il vertice con il prefetto di Milano ieri pomeriggio, oggi è stato aggiunto da Sky Tg24 il Presidente Attilio Fontana che ha però smentito l’ipotesi di un lockdown sulla metropoli (come invece paventato ieri da diversi esperti).
ALLARME COVID IN LOMBARDIA: LE IPOTESI IN CAMPO
«Lockdown? Non siamo arrivati a quel punto. Stiamo semplicemente facendo delle valutazioni per capire quali sono i numeri, qual è l’evoluzione del virus, se ci sono delle curve che si impennano o che riusciamo a controllare, ma noi per il momento siamo sulla linea già tracciata la settimana scorsa, cioè quella di evitare gli assembramenti, di indossare sempre la mascherina anche all’aperto e di lavare spesso le mani. Quelle regole minime che possano essere sufficienti»: per il n.1 di Regione Lombardia ora serve un’inversione di tendenza anche nella vita quotidiana di tutti, «se seguiremo tute le regole faremo di tutto per evitare un lockdown regionale». Sul fronte Milano, Fontana ragiona sugli ultimi dati «si confermano le preoccupazioni che derivano da comportamenti scorretti, il fatto che il 65% dei nuovi contagiati ha un’età che va dai 19 ai 49 anni dimostra che è un’età giovane che si è un po’ lasciata prendere la mano in queste ultime settimane e che quindi adesso ci fa un po’ preoccupare». Tra le ipotesi maggiori circa una nuova ordinanza Lombardia che si prospetta nelle prossime ore, Fontana non esclude novità sul fronte scaglionamenti negli ingressi per scuole e uffici ma ammette «nelle prossime ore diremo se è necessario prendere qualche misura o se invece basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto è già stato disposto». Il Direttore Generale della Sanità lombarda, Marco Trivelli, commentando i dati di ieri con l’Adnkronos Salute ha sottolineato «orari differenziati per l’ingresso nelle scuole per poter differenziare i percorsi e l’affluenza sul trasporto pubblico locale, anticipare la chiusura di alcuni esercizi pubblici, incentivare lo smart working, dove possibile tornare a lavorare a domicilio e riuscire a limitare ancora per qualche settimana gli spostamenti. Perché il problema vero sarà a gennaio e febbraio». L’Ospedale Fiera Milano invece non è mai stato chiuso ed è già pronto per ricevere nuovi ricoveri qualora vi fosse bisogno: «spero di non doverlo rimettere in funzione, spero che rimanga una garanzia di cui non avremo bisogno, però è pronto» conclude Attilio Fontana.