In un momento in cui serve massima collaborazione tra le istituzioni, Domenico Arcuri apre un fronte di scontro con le Regioni. L’accusa del commissario straordinario all’emergenza è chiara: sono in ritardo sull’ampliamento delle terapie intensive. Questo vuol dire che per Arcuri la responsabilità dei ritardi è imputabile solo ai governatori. “In questi mesi alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le sub-intensive”, ha esordito Arcuri. Quindi, ha spiegato che prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628, ma in base ai dati che ha a disposizione “dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive”. E quindi ha lanciato un appello che sa anche di rimprovero: “Chiederei alle regioni di attivarle”. Così, dunque, il commissario per l’emergenza al termine della Conferenza Stato-Regioni.
ARCURI VS REGIONI, BOCCIA “ORA VOGLIAMO RISPOSTE”
Domenico Arcuri ha spiegato anche che ci sono altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vuole che siano attivi i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui avevano già inviato i ventilatori. Il commissario per l’emergenza coronavirus garantisce massima disponibilità ma chiede massima trasparenza alle Regioni. “Chi ha bisogno di aiuto lo dica, ma questo va fatto prima di intervenire su lavoro e scuola”, gli fa eco Francesco Boccia, il ministro per gli Affari regionali. “In questi mesi sono stati distribuiti ventilatori polmonari ovunque, così come confermato da Arcuri: il problema è dove sono finiti i ventilatori, attendiamo risposte in tempo reale dalle regioni”. Boccia ha lanciato un attacco alla Campania, che prima del Covid aveva 335 posti letto di terapia intensiva e ha ricevuto da Arcuri 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub-intensive. “Oggi risultano attivati 433 posti, devono essere 566”. Infine, ha chiesto alle Regioni di rispondere alle richieste inviate da Arcuri.