Dopo i centri commerciali è la volta dei ristoratori che lanciano il grido di allarme a Regione e Comuni della Lombardia: «Il coprifuoco alle 23 è la morte», sostengono un nutrito gruppo di commercianti giunti sotto Palazzo della Regione per chiedere di venire incontro al settore dopo la crisi del lockdown. «Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso – dichiara Paolo Polli, uno dei manifestanti già multati lo scorso 6 maggio nel sit-in all’Arco della Pace – è solo un modo per non rimborsare i ristoratori, mentre dovrebbero fare ronde e controllare la movida, lasciando che l’economia vada avanti». Intanto potrebbe arrivare domani mattina la nuova ordinanza della Regione che istituirà il coprifuoco notturno in vigore da giovedì 22 ottobre fino al 13 novembre: per i locali ci sarà la chiusura ovviamente alle ore 23 (invece che le 24 fissate dal Dpcm, ndr) ma trapela da Palazzo Lombardia una certa qual flessibilità per il ritorno a casa dei clienti, magari presentando fattura o scontrino del ristorante appena lasciato. È in fase di scrittura l’ordinanza nella quale si dovrà tenere insieme le indicazioni del Governo nell’ultimo Dpcm assieme al coprifuoco aggiunto in tutto il territorio lombardo: all’interno anche le indicazioni sull’autocertificazione che sarà alquanto simile a quella già nota durante la fase 1. Nel caso di dovesse uscire tra le 23 e le 5 si dovrà indicare generalità e motivo dell’uscita: nel caso della “comprovata urgenza” bisognerà anche comunicare la durata dell’uscita oltre a motivo e destinazione. Il controllo spetterà alle forze dell’ordine.
IRA DEI CENTRI COMMERCIALI: “NON CHIUDERE NEL WEEKEND”
Risuona l’allarme dei centri commerciali per gli effetti del coprifuoco che verrà imposto in Regione Lombardia con ogni probabilità da giovedì prossimo: «Abbiamo appreso in queste ore di un’ipotesi di ordinanza della Regione Lombardia per la chiusura il sabato e la domenica degli spazi della media e grande distribuzione, tra cui i centri commerciali. Vogliamo ribadire con forza che la sicurezza è sempre stata al primo posto nelle nostre strutture, fin dall’inizio del lockdown nel corso del quale abbiamo comunque garantito agli italiani i servizi di prima necessità, applicando da subito protocolli di sicurezza rigorosissimi» spiega in una nota il presidente del consiglio nazionale dei centri commerciali, Roberto Zoia. «Una nuova chiusura dei centri commerciali in Lombardia durante i weekend, che rappresentano il maggior introito – ossia circa il 20- 30% del fatturato settimanale – rischierebbe di porre un brusco freno a graduale percorso di recupero e mettere definitivamente in ginocchio un numero importante di attività commerciali in affanno ormai da mesi», conclude la nota allarmata della categoria.
La situazione è molto seria anche sul fronte contagi, con però due visioni all’opposto di due esperi come Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco: se per il primo il coprifuoco ha senso «solo se viene fatto a livello di città o addirittura di quartiere. Farlo per tutta una regione non ha senso. La situazione a Bergamo e Brescia è molto differente da quella di Milano»; per Pregliasco invece, membro della task force Covid del Comune di Milano, addirittura potrebbe invece non bastare il coprifuoco «La richiesta del coprifuoco dalle 23 alle 5 fatta dalla Regione Lombardia al governo credo non sia del tutto sufficiente per Milano, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, sicuramente è un malato più grave».
COPRIFUOCO LOMBARDIA, TORNA L’AUTOCERTIFICAZIONE
Dopo l’ok sostanziale del Governo alla richiesta di coprifuoco in Lombardia da giovedì prossimo, si attende la nuova ordinanza per capire quali dettagli e con che modalità si attuerà il “lockdown notturno” in tutta la regione. «Credo sia opportuno prendere un’iniziativa come questa che è simbolicamente molto importante ma non dovrebbe avere delle conseguenze di carattere economico particolarmente gravi», ha spiegato ieri sera il Governatore Fontana intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica, «Gli esperti ci inducono a essere molto cauti, ad avere timore che entro 15 giorni si possa verificare una situazione che non sarebbe ancora da collasso ma che sarebbe sicuramente impegnativa». Per l’Assessore al Welfare Giulio Gallera la scelta della Lombardia è di tipo “preventivo” per evitare guai peggiori con il Covid nelle prossime due settimane: «Campania, Lazio Liguria sono messe molto peggio della Lombardia. Qui stiamo lavorando in via preventiva nel senso che adottare misure restrittive oggi può aiutarci a evitare misure ancora più restrittive domani. Oggi stiamo cercando di prevenire una situazione che studi matematici dicono potrebbe portare ad un incremento molto ampio di posti letto nelle prossime settimane». In attesa di tutte le novità sul coprifuoco che arriveranno nelle prossime ore, sembra ormai scontato il “ritorno” dell’autocertificazione – conosciuta durante il lockdown della fase 1 – per poter uscire di casa tra le ore 23 e le ore 5 con le sole motivazioni ammesse di lavoro o “comprovata urgenza”. Sarà il Viminale a fornire le indicazioni esatte nella circolare oggi attesa ai prefetti per l’attuazione dell’ultimo Dpcm con la particolare situazione della Lombardia che vedrà ormai quasi per certo confermate le strette richieste da Fontana e Guerra (Cts Lombardia).
LOMBARDIA “COPRIFUOCO DALLE ORE 23”
Con il calcolo previsto di 600 terapie intensive occupate entro fine ottobre (ad oggi sono 113), il Cts di Regione Lombardia lancia l’allarme alle autorità locali e regionali sulla risalita dei contagi in questa “seconda ondata”. Questo il motivo per cui i sindaci di tutti i Comuni capoluogo, il Presidente Anci Lombardia Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e opposizione e il Governatore Attilio Fontana chiedono al Governo il coprifuoco regionale dalle ore 23 alle 5 del mattino. Come riporta l’organo ufficiale della Regione – Lombardia Notizie – dopo l’ultima riunione questo pomeriggio 19 ottobre le autorità della Lombardia hanno dato richiesta formale del coprifuoco: «Stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi ‘eccezionali’ (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell’intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino. A partire da giovedì 22 ottobre». La proposta all’unanimità è stata partorita nell’ultima riunione del Comitato Tecnico Scientifico lombardo e viene inviata al Governo nella persona del Ministro della Salute Roberto Speranza.
ALLARME COVID IN LOMBARDIA: ARRIVA IL COPRIFUOCO?
Ora occorre capire cosa risponderà il Governo centrale dopo una proposta così importante con un impatto anche a livello sociale non indifferente dalla prima Regione d’Italia per ricchezza e popolazione: la proposta della Lombardia assieme ai sindaci e al Cts nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della ‘Commissione indicatori’ istituita dalla DG Welfare. Nella previsione effettuata, al 31 ottobre «potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva. E fino a 4.000 in terapia non intensiva». Non solo, nella stessa riunione di questo pomeriggio Comuni e Regione chiedono la chiusura nelle giornate di sabato e domenica della media e grande distribuzione commerciale (tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità). Contattato dall’Ansa in merito alla proposta di coprifuoco della Lombardia, il Ministro della Salute Roberto Speranza si dice subito molto possibilista: «Sono d’accordo sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore».