La mattina del 4 novembre 2020 potrebbe non essere come la “tradizionale” mattinata post-maratona Elezioni Usa delle precedenti tornate elettorali: per sapere chi avrà vinto tra Donald Trump-Mike Pence e Joe Biden-Kamala Harris infatti potrebbe non bastare la prima ondata di conteggi nella lunga notte americana. Complice la pandemia Covid-19, gli statunitensi si sono affidati all’early voting (voto anticipato, o per posta o presso i seggi) con numeri mai visti prima (circa 80 milioni di voti già avvenuti, 51 di questi via postale): siccome però ognuno dei 50 Stati al voto alle Presidenziali 2020 ha diversi metodi di conteggio dei voti “anticipati”, potrebbero non esserci le visioni complessive che di norma la mattina post-elezioni consentano il nome del candidato che ha ottenuto la maggioranza di “grandi elettori” (atta a formare il collegio elettorale di 538 rappresentanti che poi formalmente nominerà il Presidente fino al 2024). Come da tradizione, la nomina effettiva tra i grandi elettori avviene il primo lunedì successivo al primo mercoledì di dicembre: lo stesso Collegio Elettorale Usa renderà la votazione pubblica la prima settimana di gennaio, con il nuovo Presidente che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio 2021.
ELEZIONI USA 2020: QUANDO I RISULTATI?
Ma per avere risultati in “tempo rapido” potrebbe non essere il caso delle Elezioni Presidenziali 2020: occhi puntati sulle tempistiche dei conteggi che ogni Stato presenterà, come da tradizione dei propri sistemi elettorali, nelle ore successive alla chiusura dei seggi. In particolar modo, attenzione agli “swing state” (gli Stati in bilico tra Dem e Rep): Arizona, Georgia, Minnesota e Nevada scrutinano i voti anticipati il giorno dell’arrivo delle schede; Florida, Iowa, Michigan, New Hampshire, North Carolina, Ohio nei giorni prima del 3 novembre; Pennsylvania e Wisconsin il conteranno invece oggi assieme agli elettori “canonici” che si sono presentati al voto. Tradizionalmente, tra gli Stati “veloci” nel sapere quali saranno i propri grandi elettori sono Florida e North Carolina: se Biden dovesse vincerli entrambi – alla vigilia è dato in parità con Trump – potrebbe essere praticamente impossibile per i Repubblicani riconquistare la Casa Bianca. Come spiega John King, il maxi esperto elettorale della Cnn, se Trump dovesse riuscire a vincere la Florida allora potrebbero volerci qualche giorno per sapere l’esito finale: il motivo è semplice, i conteggi diversificati tra early voting e voti “normali” richiederanno tempo. Ma il cammino delle Presidenziali passa anche se non soprattutto dagli Stati “lenti” come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, con addirittura risultati completi che saranno annunciati solo giovedì 5 o venerdì 6. Trump punta secondo i sondaggi moltissimo sul Midwest mentre Biden potrebbe non aver bisogno di quei grandi elettori se dovesse vincere Florida, North Carolina, Arizona e Georgia.
RICONSEGNI E BROGLI: COSA POTREBBE SUCCEDERE
Nella lunga notte elettorale ma anche nei giorni immediatamente successivi, l’impressione sui risultati parziali delle Elezioni Usa 2020 potrebbe derivare molto da quali voti arriveranno per primi: dove si sanno prima i risultati postali – ovvero in Florida, North Carolina e Arizona – i primi risultati potrebbero essere favorevoli ai Democratici; dove invece dichiarati prima i voti di persona, potrà sembrare in vantaggio Trump. Oltre 80 milioni di schede postali sono state inviate in tutta l’America a fine ottobre, molte però ancora non erano state restituite fino al 1 novembre: da questo si può evincere come il “voto sospeso” tanto temuto per mesi potrebbe effettivamente ripresentarsi nell’attesa spasmodica dei risultati delle Elezioni più importanti al mondo. Lo scontro tra Democratici e Repubblicani prima del voto portava già a diverse contese giudiziarie che potrebbero protrarsi ben oltre il voto con il nodo “riconteggi” – specie per gli oltre 50 milioni di voto postali – che potrebbero nascondere dietro eventuali accuse di brogli tra l’una e l’altra compagine. Trump teme che il voto via posta possa favorire i democratici e per recuperare l’eventuale svantaggio si è già detto disposto a ricorrere ai tribunali che inevitabilmente renderebbero i risultati tutt’altro che celeri dopo questa notte elettorale. Sotto accusa sia Dem che Rep è il servizio postale americano che potrebbe non essere in grado di reggere il peso di così tanti voti giunti per corrispondenza nelle ultime settimane.